2.5.19

25 aprile: Caro Presidente, servirebbe una parola chiara. Un intervento di Rossana Rossanda


Non dimenticheremo facilmente questo 25 aprile nel quale abbiamo assistito a un rigurgito di presenze fasciste, culminate con la cerimonia di Predappio, nonché con la decisione di un vice primo ministro Salvini a non assistere a quello che ha definito un derby tra fascisti e nazisti (intendendo assimilare i comunisti al nazismo).
Mi sono trovata definita nazista dunque anche io, regolarmente iscritta fra i partigiani di Como. Non avrei mi creduto che arrivassimo a questo punto. Il bravo Zingaretti non ha mosso ciglio.
Ma non possiamo dimenticare che questo sfogo ripugnante dei fascisti di ogni tipo è stato preparato da diversi mesi di presenze fasciste, alle quali gli antifascisti o cosiddetti tali hanno perlopiù obiettato, con la più grande mitezza che: “Beh, non esageriamo, non è il fascismo, non perdiamo la testa”. Non sono mai stata d’accordo con questo atteggiamento, che è proprio anche di chi dovrebbe essere il garante della vita politica e del governo, i Mattarella e i Conte.
Non a caso mi aveva molto interessato il libro di Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, perché indica appunto il percorso, pieno di se e di ma, che ha facilitato l’avvento del fascismo in Italia. Da allora in poi ci sono state nientemeno che la guerra e la resistenza, ma il vizio è rimasto, tanto più che è ormai in uso dichiarare che tutto sommato i veri mascalzoni sono stati solo i nazisti, gli italiani continuando a essere “brava gente”, che in quale modo sarebbero stati trascinati sia in guerra sia nelle leggi razziali sia nei vari aspetti del totalitarismo più feroce.
Penso che oggi, più di quanto non fosse nel 1994, sarebbe necessaria un’iniziativa assolutamente chiara e decisiva, per finirla con questo miagolio inutile, se non peggio. Proporrei che il giornale si facesse promotore di un appello al Presidente della Repubblica e al capo del governo perché intervengano in modo formale sulla situazione e dicano con chiarezza che le parole di Salvini sono inaccettabili.
Forse sarebbe anche l’ora di mettere in chiaro che va rifiutata la tendenza delle nostre “anime belle e democratiche”, secondo le quali una destra anche estrema ma non dichiaratamente fascista sia una cosa ottima, e dovrebbe anzi essere incoraggiata di più in Italia. Come se tutti gli studi che sono stati fatti sulle profonde radici europee del fascismo, compreso Eco, non avessero più senso. Io avevo 14 anni al momento delle leggi razziali e ricordo molto bene come è andata. Non vorrei rivivere la situazione né affidarmi all’andare all’altro mondo per evitarla.

il manifesto, 1 maggio 2019

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