“Galla – io ti dicevo
– noi invecchiamo.
Il tempo fugge. Usali i
tuoi fianchi.
Una ragazza casta è già
una vecchia”.
Mi respingesti: ed è
venuta avanti,
senza farlo capire, la
vecchiaia;
i giorni che hai perduto
non li puoi
chiamare indietro.
chiamare indietro.
Ora ti sei pentita e ti
lamenti
di non aver voluto,
adesso cerchi
quella bellezza che non è
più tua.
Abbracciami comunque, con
me godi
quei piaceri perduti,
datti a me:
non quel che voglio
prenderò, piuttosto
quel che volevo.
---
Dicebam tibi: «Galla,
senescimus. Effugit aetas.
Utere rene tuo: casta
puella anus est».
Sprevisti: obrepsit
non intellecta senectus
nec revocare potes qui
periere dies.
Nunc piget et
quereris, quod non aut ista voluntas
tunc fuit aut non est
nunc ea forma tibi.
Da tamen amplexus
oblitaque gaudia iunge;
da: fruar etsi non
quod volo, quod volui.
Opere,
a cura di L. Pastorino, UTET, 1971
Nessun commento:
Posta un commento