E ora nella casa penso com’è il suo
viso,
la svolta della guancia, la sua voce
se qualche volta per sé canta sola
e come nulla, se pianga, la consola.
Ma non sa quanto la mia mente tace
fra le sue tempie di chiusa persona,
né che fra quante passano figure
porta lei sola le ore future.
E se guardiamo i due volti diversi,
i nostri, una giustizia esce dalle
paure:
non è in se stessa per morte finita
una vita che spera in una vita.
Queste parole ora dico per lei
che scende con la sua sorte infinita
nel sonno che la quieta,
anima mia da tanti anni segreta.
1952
da Tutte le poesie, Mondadori,
Milano, 2014
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