Konstantinos Kavafis |
Interno di caffè. Frastuono. A un
tavolino
siede appartato un vecchio. È tutto
chino,
con un giornale avanti a sé, nessuna
compagnia.
E pensa, nella triste vecchiezza
avvilita,
a quanto poco egli godé la vita
quando aveva bellezza, facondia e
vigoria.
Sa ch’è invecchiato molto: lo sente,
lo vede.
Ma il tempo ch’era giovane lo crede
quasi ieri. Che spazio breve, che
spazio breve.
Riflette a come la Saggezza l’ha
beffato.
Se n’era in tutto (che pazzia!)
fidato:
“Domani. Hai tanto tempo”- la
bugiarda diceva.
Gioie sacrificate…ogni slancio
represso…
Ricorda. Ogni occasione persa, adesso
suona come uno scherno al suo senno
demente.
Fra tante riflessioni, in tutta quella
pioggia
di memorie, è stordito il vecchio.
Appoggia
il capo al tavolino del
caffè…s’addormenta.
Poesie, Oscar Mondadori, 1972 - Traduzione Filippo Maria Pontani
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