4.5.19

Pagare e sorridere (S.L.L.)



Insisto. Una politica di giustizia sociale non può prevedere solo interventi verso il basso, di assistenza agli indigenti, ai disoccupati, agli emarginati, ma anche verso l'alto, sia nel pubblico che nel privato. 
Gli appannaggi regali dei top manager, per esempio, sono scandalosi: lo spiega Luca Angelini in un articoletto dalla rassegna stampa del “Corsera” di oggi (lo riprenderò nel blog nei prossimi giorni) con dati soprattutto americani, ma non dissimili da quelli europei. E sono tali da incidere sulle paghe, scarse, dei più ai livelli medi e bassi e sul diffondersi di una nuova più vasta povertà.
Una sinistra decente, che voglia smascherare il finto populismo di Salvini, dovrebbe lanciare subito una campagna di denuncia di tutti i redditi assurdamente alti e una polemica quotidiana, incessante, alla maniera dei radicali, contro la “flat tax” e contro tutti gli altri progetti che tendono a ribadire questo stato di cose piuttosto che a modificarlo.
Quando, poco più di un decennio fa, Rifondazione Comunista lanciò un manifesto con lo slogan “Anche i ricchi piangano, la cosa determinò una sorta di insurrezione di tutti i “maestri” del Pd, da Rutelli a D'Alema: venne giudicata demagogica, inopportuna, tale da indebolire il già debole governo Prodi. In verità il partito di Bertinotti non sbagliava il messaggio, che era più che giustificato e semmai già allora tardivo, ma nella occasionalità della comunicazione e nella forma: di nessuno si deve volere mai il pianto, neppure dei ricchi. I ricchi devono pagare e sorridere. 
Non basta peraltro denunciare: le organizzazioni di sinistra politiche, sindacali, culturali dovrebbero trovare obiettivi precisi, semplici, proposte di legge intorno a cui costruire ogni giorno iniziativa e mobilitazione, sia sul versante dei tetti da imporre sia su quello delle tasse da pagare. Per esempio, le rendite finanziarie devono essere rese trasparenti: decideranno gli esperti le modalità di tassazione, ma non ci devono essere buchi neri e porti franchi. Oppure, per semplificare la tassazione sui redditi, una sinistra decente - oltre a proporre l'eliminazione delle tante "esimende" che consentono elusione - non dovrebbe aver paura di individuare una aliquota molto alta per tutti i grandi redditi, per esempio il 75% oltre i 300.000 euro. 
Demagogico? Non direi: se sui primi 300 mila euro grava un aliquota media del 33% ne restano 200 mila puliti. Sul di più bisogna pagare tanto. 
Pagare e sorridere, perché se ne ha ben donde.

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