14.4.15

Il pittore. Una poesia di Gianni Rodari

Una volta c’era un pittore
povero in canna:
non aveva nemmeno un colore,
e per fare i pennelli
si era strappati i capelli.

Andò dal padrone del Blu
e gli disse:” Per favore, dammi tu
un po’ di colore
per dipingere un cielo.
Ma mica tanto, un soffio, un velo”.

“Vattene, vattene, fannullone,
pezzo di accattone,
se non vuoi che ti lisci il groppone
col bastone!”

Andò dal padrone del Giallo
e gli disse così:
“Prestami qualche avanzo
di colore, un ritaglio,
abbastanza per fare un girasole”.

Ma quello lo aggredì
con un torrente di male parole:
“Pezzente, delinquente,
la finisci di seccare la gente!”

Andò dal padrone del Verde,
andò dal padrone del Bruno,
ma non gli dava retta nessuno.

Infine pensò:
“Il Rosso ce l’ho!”
Detto fatto un dito si tagliò.
E il Rosso gocciò sulla tela:
era una lagrima appena,
una perla di sangue,
ma tinse in un istante,
la tela intiera,
rossa come un falò di primavera,
rossa come una bandiera,
come un milione di rose.

E il povero pittore
adesso che aveva un colore
si sentì ricco più di un imperatore.

da Filastrocche in cielo e in terra

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