Ivano Dionigi |
«Chi stacca la spina
della storia e della memoria ha una sola alternativa: l’ignoranza e
la negazione di sé... La continuità e trasmissione della fiaccola
della cultura di generazione in generazione (lampadoforìa) –
dimensione così distante dal nostro oggi schiacciato dalla dittatura
del presente e deprivato della memoria - è a fondamento delle grandi
istituzioni millenarie…
Solo questa eredità e
responsabilità della storia ci consente di capire e di cambiare,
senza piangere né ridere. Il resto è pulvis et umbra. Se non
vogliamo essere «gli uomini del momento» (Chateaubriand) o «i
servitori del giorno» (Nietzsche), dobbiamo – col grande Petrarca
– distendere l’arco del tempo e saper guardare contemporaneamente
avanti e indietro».
Così il latinista Ivano
Dionigi nel magistrale discorso con cui l'anno scorso prendeva
congedo dalla carica di rettore dell’Università di Bologna. Ora
Dionigi ha ripreso e ampliato le sue riflessioni in un volume, Il
presente non basta. La lezione del latino,
con in cui intendere difende una lingua per difendere
la nostra umanità. Secondo Dionigi, a fronte della chiacchiera
imperante e della connessa anoressia del pensiero, il latino non ha
mai smesso di trasmettere intero alcune lezioni fondamentali: il
primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della
politica.
Non ho ancora neanche sfogliato il
libro, ma dalla recensione di Enzo Bianchi ("Tuttolibri La Stampa", 22
ottobre 2016) letta in ritardo, ho ricavato le citazioni e
la curiosità. Se non me lo regalano per Natale lo comprerò.
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