Gabriele D'Annunzio |
Forma che così dolce t'arrotondi
dove si inserta l'arco delle reni
e, vincendo in tua copia tutti i seni,
ne la mia man che ti ricerca abbondi,
e ti parti, anche duplice, in due mondi
ove il Peccato i suoi più rari beni
chiuder volle per me, come in terreni
paradisi, e i misteri più profondi;
o tu, candida mole che sul vivo
perno ondeggi levata in alti cieli
ove la voluttà i suoi nembi aduna,
risplendi or qui come nel marmo argivo
s'io t'invoco presente, fuor de' veli,
o carnale sorella de la Luna!
31 luglio 1893
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