La considerazione che segue, nota a un'inchiesta su contadini e braccianti di Puglia, agevolmente s'applica, come
suggerisce il titolo vittoriniano, a tutto il meridione: v'è implicita
polemica contro il “codismo” d'una sinistra che organizzava il movimento contadino
con manifestazioni e occupazioni di terre, ma teneva la sordina sull’oppressione
delle donne. Dicevano certi comunisti: "Tra i braccianti sono le donne che tengono la cassa". Ma era una ulteriore schiavitù: dovevano far quadrare magrissimi
bilanci, provvedendo come potevano alla prole, dopo aver
garantito il tabacco e/o il mezzo litro al marito, "che porta a casa i soldi". (S.L.L.)
Braccianti pugliesi |
La donna ha l'ultimo posto nella
scala sociale (tra i pugliesi). Lo schiavo vuole a sua volta un proprio
schiavo. E la donna pugliese corre: per il padre, per il marito, per il figlio.
Essa fa tutti i mestieri che all'uomo dispiace di fare. Se lava i piatti invece
di lavorare i campi è perché l'uomo preferisce lavorare i campi invece di
lavare i piatti. Ma spesso lavora i campi e lava i piatti insieme. Né c'è un
orario per il suo lavoro e la sua soggezione.
“Il Politecnico”, n. 9, novembre
'45
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