Luca Ronconi nel 1968 |
Come spettatore sono
stato precocissimo. La prima volta che sono stato a teatro avevo
quattro anni, quattro anni e mezzo, l’ho già raccontato un sacco
di volte. Mia madre mi ha detto “Andiamo a teatro” e mi ha
portato a vedere una commedia. Me lo ricordo ancora perfettamente,
anche se poi ovviamente non so se me lo ricordo davvero o perché me
l’hanno raccontato, come accade nei ricordi infantili. Ritengo che
la testimonianza sia un po’ romanzata, ma fondamentalmente
attendibile. Non mi ricordo il titolo dello spettacolo, credo fosse
una commedia di Gilberto Govi, però sono sicuro che ci fosse una
gallina, che parlassero di una gallina. Mi hanno portato via prima
della fine perché strepitavo: mia madre mi aveva promesso che la
scena sarebbe cambiata, io invece durante l’intervallo avevo capito
che non sarebbe cambiata perché c’era un pezzo di tappeto che
sbucava là sotto il sipario e non si muoveva. Così ho detto: “Vedi,
non la cambiano, la scena, perché il tappeto resta lì”. E ho
iniziato a strepitare, finché non mi hanno portato via perché
facevo troppo chiasso. Quella è stata la prima volta che sono andato
a teatro, poi ci sono tornato spessissimo, e ho continuato. E da
sempre, anche da ragazzino, sapevo che sarei andato a finire in
teatro. Non sapevo come avrei potuto farlo, se come attore o come
regista, anche se all’epoca il regista non era una figura così
definita. Avrei potuto fare lo scenografo, il costumista, il
macchinista, non so, ma sapevo che quella era la mia calamita. Non ho
mai avuto il minimo dubbio. La stessa cosa mi è successa per tutte
le scelte fondamentali. Non ho mai avuto problemi di scelta, non mi
sono mai chiesto: “Che cosa faccio?”. Sulle due o tre decisioni
fondamentali – che rapporti avrò con la gente, quale sarà il mio
lavoro, quale sarà la mia vita affettiva – non ho mai avuto dubbi.
Certo, in questo modo perdi tantissimo, perché perdi tutto quello
che escludi, però eviti tanti conflitti con te stesso. Non ho
trovato la mia identità attraverso la difficoltà della scelta, ma
attraverso una determinazione: “Andiamo lì, e poi vediamo”.
Dal sito “lucaronconi.it”
Nessun commento:
Posta un commento