Nella Roma papalina del
1862 un tal Cav. Adone Palmieri diffondeva con periodicità
settimanale “IL DIVULGATORE di popolare istruzione per ogni ceto”,
che definiva “GIORNALETTO sulle arti industriali ed altri utili
notizie”. Si trattava in genere di quattro paginette di utili
consigli per le necessità domestiche e per il fai da te. Una delle
sostanze che più appassionano il cavaliere divulgatore è la “colla
forte” da falegname o “colla cerviona”, che viene tuttora usata
nel restauro anche se oggi, per indicarla, si preferisce la forma
“cervione”. Era ricavata dalla bollitura di ossa e altri residui
animali , da cui si ricavavano corpose “gocce” color ambra che
gli artigiani trasformavano in colla liquida sciogliendole in un
pentolino con più o meno acqua, a seconda della forza adesiva che
voleva ottenere. A Roma era detta anche “colla tedesca”, perché
nello Stato pontificio il prodotto veniva importato dalla Germania.
Una ristampa anastatica in volumetto de “IL DIVULGATORE”, fu
curata “in numero limitato di copie per gli amici” sul finire
degli anni Settanta del 900 dalla Casa Editrice D'Anna
(Messina-Firenze) specializzata nell'editoria scolastica, con una
bella prefazione di Carlo Lapucci giocata in chiave di “storia e
microstoria”. Era il tempo in cui di documentazioni relative a casi
molto particolari, circoscritti nello spazio e nel tempo, si faceva
un duplice uso: come “campione”, indizio per la ricostruzione di
contesti più ampi, sia come strumento per comprendere le differenze
di mentalità, culture, organizzazione sociale tra diversi territori
o il loro modificarsi nei decenni. Fu un tentativo, di certo utile,
che ebbe cultori soprattutto in Francia nel giro delle Annales
e in Italia (dopo un bel libro di Ginzburg sul “paradigma
indiziario” nelle scienze storiche, Einaudi pubblicò una collana
di microstorie): si
cercava di trovare una giusta misura tra la costruzione di grandi
modelli interpretativi e l'individuazione “del particolare e
dell'unico”, poli dell'arte-scienza di scrivere storie fin dalle
sue origini.
Dal
libretto che mi fu donato riprendo due brevi articoli che prevedono
usi molto diversi della “colla” di cui sopra, entrambi tratti dal
numero del 22 febbraio. (S.L.L.)
UTILE RIMEDIO PER
LF FERITE
In
pratica l'esperienza è tutto, e cadono le più belle teorie al letto
dell'infermo, che è appunto il luogo del disinganno. Sono anni molti
che addito, giovare le semplici, le innocenti cose, meglio assai dei
costosi farmachi composti di moltiplici sostanze, alle quali mal
resiste poi la organica vivente fibra. Dissi, e urlai, che la
soluzione di Colla forte
così detta o Colla cerviona,
applicata alle più ampie ferite, purché da curarsi di prima
intenzione, tenuta in luogo mercé un semplice pezzo di carta
qualsiasi, risparmia sfila, cerotti, pezze, unguenti,
fasce, tempo e dolore di nuove
medicature. Imperciocché riunite le labbra della ferita istessa, e
con un filo al più legatavi sopra un pezzo di carta imbrattata di
colla ridetta, la guarigione è assai sollecita, mite il dolore,
subito che le nervee papille rimangono bene-al coperto cosi dalla
irritante impressione dell'aria. E ciò non è importante nei grandi
Arcispedali, nei Campi di battaglia? Eppure chi li crederebbe? Un
Savio, intesone il parere di Medico-chirurgico Consesso, questi
rispose, ciò non dispiace, ma oggi abbiamo per le ferite
il Collodion. Diamine!!
Preferibile è invece il mio sarcotico al costosissimo
Collodion, per la ragione che il
collodion istesso è composto di Fulmicotone e di Etere, occorre
spessissimo che l'Etere si volatilizza, e non si ritrova più nella
boccetta che il conteneva , o altre volte anche esplode. E
l'Economia? Con un bajocco di Colla forte si curano cento delle
suddette ferite; e io non la finirò giammai di ripetere, che come
colle buone si convince meglio quella feroce belva chiamata uomo
in ira; così usando semplici,
innocenti rimedii, si conduce a
più pronta e sicura guarigione la massima parte delle malattie; o
almeno chi Cura, non sentesi gridare appresso dall'ingrato, forse non
sempre ingiustamente del tutto, a furia di composti veleni
tu l'ammazzasti!!
CARTAPESTA DI NUOVO
GENERE
Si fanno macerare in acqua e bollire molto, rititagli di carta grossolana e inservibili ad altro uso. Dopo si pestano nel mortajo, e quindi di nuovo fanno ribollire con soluzione di colla tedesca, detta colla forte, o colla cerviona. Così colla forma vi si possono comporrE graziosi e variati lavori, cornici, e tutt'altro. Ma ciò che più interessa, lo si è che cotali manifatture si possono rendere impermeabili, ed incombustibili quasi, coll'unirvi in moderata proporzione il vetriolo di ferro, e colla stemperata nell'albumina. Allora simile cartapesta riesce pure ottima a costruirvi tettoje leggere, capitelli di colonne, statue, ed ogni altro bassorilievo, scatole, bambini, ed altro, secondo il genio o capriccio di chi con ciò si diverte, e lucra.
Si fanno macerare in acqua e bollire molto, rititagli di carta grossolana e inservibili ad altro uso. Dopo si pestano nel mortajo, e quindi di nuovo fanno ribollire con soluzione di colla tedesca, detta colla forte, o colla cerviona. Così colla forma vi si possono comporrE graziosi e variati lavori, cornici, e tutt'altro. Ma ciò che più interessa, lo si è che cotali manifatture si possono rendere impermeabili, ed incombustibili quasi, coll'unirvi in moderata proporzione il vetriolo di ferro, e colla stemperata nell'albumina. Allora simile cartapesta riesce pure ottima a costruirvi tettoje leggere, capitelli di colonne, statue, ed ogni altro bassorilievo, scatole, bambini, ed altro, secondo il genio o capriccio di chi con ciò si diverte, e lucra.
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