Nel lontano profumo di una neve
che non scese sui monti del mio cuore
né altrove mai imbiancò di vera neve
foreste o abeti o ne imitò il candore,
là in quella pura erranza di un
disperso
aroma si nasconde in un bagliore
l’anima di un inverno buio e terso
che porta freddo e luce da remote
orme inseguite verso dopo verso.
È il cauto andare ineffabile dote
che si muta in pensiero
e un poco mi rischiara
come gioiosa corsa di un levriero
e mi accompagna dove va e ripara
ogni perduta cosa
che per caso passò, lattiginosa
e spesso senza nome,
accanto alle mai dome
chimere che in silenzio e lentamente
come la neve agitano la mente.
dal sito “Via Lepsius”
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