Un
bambino cieco, quando ascoltava per radio Mussolini o ne sentiva parlare chiedeva sempre: «Com’è?». Un giorno gli
riferirono che nella Casa del Fascio era stato posto un busto in
marmo del Duce. Fattosi condurre in presenza di esso, col cuore che
gli batteva come un martello, lo prese fra le mani e ne palpò adagio
adagio le fattezze: l’alta fronte prima, le orbite profonde poi, il
naso, la bocca, il mento robusto. Pareva che volesse imprimere ogni
particolare nei polpastrelli e rimodellarlo nella sua memoria.
Infine, tenne la testa intera fra le palme ed esclamò, con gli occhi
umidi: «Ora so com’è fatto!».
Da
L.Diel, La generazione di Mussolini,
1939, ora in Dino Biondi, La fabbrica del Duce,
Vallecchi 1973
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