AL MIO PAESE, CAMPOBELLO
DI LICATA, NON CI SI PUO' LAVARE PER VIA DEI BATTERI.
BISOGNERÀ SVUOTARE
CISTERNE E SERBATOI
È UNA VERGOGNA ALLA
QUALE CI SI DOVREBBE RIBELLARE, MA FORSE NON ACCADRÀ.
Campobello di Licata Primo Novecento - La "Briviratura tunna" (oggi piazza Marconi) Foto Fausto Vella |
Perugia, 5 novembre 2015 (nota fb)
Al mio paese, Campobello
di Licata, da decenni l'acqua dell'acquedotto non si può bere. Le
ragioni addotte sono tante, la pesantezza dell'acqua, il fatto che
una parte s'origina dal dissalatore, il ristagno nelle cisterne o nei
grandi serbatoi che ogni famiglia deve obbligatamente avere in casa
per conservarla, visto che arriva, a seconda dei periodi, uno o due
giorni la settimana e solo per qualche ora. (C'è - sotto traccia -
un problema ancora presente di smaltimento di tutti i vecchi
recipienti che erano in amianto-cemento Eternit o simileternit.)
Le persone, le economie,
perfino le mafie si adattano alle situazioni, per cui sono sorti dei
veri e propri giri d'affari intorno a questo bisogno insoddisfatto.
Il primo è quello delle acque oligominerali o sedicenti tali. Ci
sono i camion pieni di codeste acque che vanno e vengono, i
supermercati che ne fanno la merce principale. Sospetto che ci siano
monopoli e pizzi mafiosi.
In ogni caso il fatto che
questo aumenti vertiginosamente la quantità di rifiuti di plastica
poco trattabili viene poco considerato. E per niente viene
considerato che quelle acque presentano qualche pericolo per la
salute: raramente la loro (scarsa) mineralizzazione è bilanciata
come si fa con l'acqua pubblica ed i controlli periodici
sull'eventuale inquinamento batterico non hanno la frequenza che
giustamente si richiede all'acqua pubblica.
Dei costi per i cittadini
nessuno si preoccupa. Sembra quasi normale che oltre a pagare per
l'acqua dell'acquedotto, si debba alimentare questo giro in cui ogni
famiglia impiega decine di euro al mese, oltre al tempo, ai viaggi e
ai fastidi dell'approvvigionamento.
L'altro business è
quello dell'acqua di alcuni pozzi privati, che le autobotti portano
in paese per integrare le riserve delle cisterne in periodi di
maggiore consumo o di minore erogazione. Anche per questo settore il
rischio del formarsi di sacche monopolistiche in terra di mafia è
evidente.
Stamattina il mio
figliolo Davide, che ha scelto di vivere e lavorare, almeno per
qualche tempo, nel mio paese natìo mi manda questo messaggio: “Oggi
il sindaco di Campobello, su ordine della prefettura, oltre a quello
per l'uso alimentare, ha posto il divieto all'uso dell'acqua anche
per l'uso dell'igiene personale a causa dell'eccessiva presenza di un
batterio coliforme”.
Da altra fonte ho
conosciuto l'ipotesi prevalente sull'origine dell'inquinamento: le
fogne, che da qualche parte versano le proprie acque fetenti in
quelle dell'acquedotto, insomma una rete idrica e una rete fognaria
in pessimo stato.
Non credo che si tratti
di una condizione eccezionale del mio paese. Credo che rischi del
genere se ne corrano in molti paesi della Sicilia e credo che si
debba finalmente reagire a questo stato di cose indegno di un paese
civile.
Non so dare suggerimenti
se non quello di ribellarsi, in tutti i modi e le forme possibili. Mi
dicono che si stia organizzando un rifiuto collettivo di pagare le
bollette dell'acqua. Protesta civilissima e potenzialmente efficace,
ma non immediatamente. Essa, per di più, espone a ritorsioni. A
crisi risolta son capaci di addebitare la mora, ad uno ad uno.
Io credo che la cosa più
urgente sia organizzare un comitato della cittadinanza, che utilizzi
tutte le forme di lotta possibile: manifestazioni di piazza ad
Agrigento, con delegazione in prefettura, rifiuto di pagamento
organizzato, di modo che si possa essere garantiti anche per il dopo,
delegazioni a Sala d'Ercole e perfino i blocchi stradali, che non
possono lasciarsi fare ai cosiddetti "forconi" che si
mobilitano solo quando si toccano interessi mafiosi.
Aggiungo un'amarezza
tutta mia. Ma di che cosa parlano quelli che raccontano di un'Italia
che è ripartita, dei critici che screditano, dei gufi che gufano? Di
che parlano quelli che vogliono investire in armi e guerre
mediorientali per il buon nome dell'Italia, quelli degli investimenti
per il Giubileo, della Tav, dell'abolizione delle tasse sulla casa a
partire dai più ricchi? Sul Ponte - poi - vorrei dire tante cose, ma
- ammesso che vogliano farlo davvero e non solo alimentare le solite
mangiatoie - a che servirebbe unire all'Italia una Sicilia allo
stremo, con strade, acquedotti, fogne, scuole, ospedali, stabilità
del suolo nelle condizioni in cui sono?
RIBELLARSI È GIUSTO!
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