Milano, Pazzale Loreto, 10 agosto 1944 |
Sessantaquattro anni fa,
nella giornata del 10 agosto 1944 alle 6,10 del mattino, i militi
fascisti della legione "Ettore Muti", su ordine del comando
delle SS, fucilarono a Milano, nel piazzale Loreto, quindici
antifascisti prelevati dal carcere di san Vittore. La lista dei
quindici martiri venne compilata dal capitano delle SS Theodor
Saewecke, che dette anche l'ordine che i cadaveri venissero esposti
al sole cocente di agosto, guardati a vista dai brigatisti neri, per
impedire alla gente e persino ai famigliari, di avvicinarsi alle
salme. Otto mesi dopo, esattamente il 29 aprile del 1945, nello
stesso piazzale fu esposto il cadavere di Benito Mussolini e di altri
15 notabili fascisti, che erano stati giustiziati, dopo la cattura, a
Dongo.
L'ufficiale delle SS,
responsabile della strage, morì nel proprio letto, in Germania, il
31 marzo del 2004, alla bella età di 93 anni. mai chiamato a
rispondere del crimine da un tribunale tedesco e, anzi, nella
repubblica federale di Bonn, ricevette l'incarico di ricoprire posti
di alta responsabilità nei servizi segreti. Saewecke è stato però
processato e condannato all'ergastolo, sia pure in contumacia, dal
tribunale militare di Torino, su richiesta del Pm Pier Paolo Rivello,
al termine di una lunga e rigorosa indagine, nel 1999. Quel processo
però avrebbe potuto essere celebrato cinquant'anni prima, nella
primavera del 1953, se il fascicolo che riguardava lui, come peraltro
tantisimi altri, non fosse stato nascosto, con la connivenza di
ministri del governo democristiano, in quello che è stato chiamato
l'armadio della vergogna.
Il massacro venne
ordinato in risposta ad uno strano attentato compiuto due giorni
prima, contro un camion tedesco, parcheggiato in viale Abruzzi dal
caporal maggiore Heinz Kuhn, che poi si era pesantemente addormentato
sul volante. Il mezzo, colpito da uno o più ordigni, saltò in aria,
ferendo leggermente l'autista e provocando la morte di sei passanti e
il ferimento di altri cinque, tutti italiani. Nessuna vittima
germanica. Diffficile, poi, capire perché quell'autista tedesco
avesse parcheggiato il camion nel mezzo di una strada, in pieno
centro. L'attentato al camion, inoltre, venne addebitato ai gappisti,
mentre il comandante di quelle formazioni, la medaglia d'oro Giovanni
Pesce, ha sempre escluso che l'attentato fosse opera dei suoi uomini.
Nessun tedesco ucciso, ma Saewecke, il boia di piazzale Loreto,
impose la fucilazione di quindici antifascisti. La strage provocò
sgomento e indignazione, talmente forte nei milanesi, al punto che lo
stesso Mussolini protestò con l'ambasciatore Rahn.
Come ogni anno, il
sacrificio dei quindici antifascisti, verrà ricordato oggi sul luogo
del martirio. I loro nomi, che non vanno dimenticati perché è anche
a loro che dobbiamo il ritorno in Italia della libertà, sono questi:
Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito,
Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Giovanni Galimberti, Vito
Gasparini, Emidio Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore
Principato, Andrea Ragni, Eraldo Soncini, Libero Temolo, Vitale
Vertemati.
l’Unità 10.8.08
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