21.11.15

Ricordo di Amintore Fanfani (Oscar Luigi Scalfaro)

Ecco il Fanfani uomo: nella sua intimità forte, viva, ebbe grande peso e grande ascolto la voce, il pensiero, l’amore della sua sposa Biancarosa.
Non dimentico - queste sono le pennellate dei miei ricordi - un incontro serale per una chiacchierata amichevole senza un tema particolare all’ordine del giorno (era in una delle sue presenze come Presidente del Senato). Mi aspettava in un salone con le luci alquanto smorte, era seduto su una panca, mi accolse con fraterna amicizia e mi disse: “Stavo dicendo il rosario”. E citò ancora una volta Biancarosa. Non dimentico.

Piccolo episodio: aveva nominato una persona molto dabbene a una considerevole responsabilità. Un giorno si inquietò e annunziò a me e a qualche amico che avrebbe revocato questa nomina. La nostra reazione fu abbastanza forte, la mia eccessiva. Ci salutammo e lui mi tolse il saluto, per diverso tempo, io non ho mai ceduto, ma non l’ho fatto per provocazione, l’ho fatto per convinzione. Lo vedevo ai “passi perduti” della Camera e dicevo: “Presidente ti saluto”, e lui si voltava dall’altra parte, con ostinazione battagliera. Venne il Natale, lo fermai e gli dissi: “È possibile fare gli auguri al segretario del partito?”. E lui: “Che? ci vuole un’autorizzazione?”. “No, non basta - risposi - ci vuole una domanda in carta da bollo per la posizione guerriera che hai preso”. Mi fece un gran sorriso e non posso non sentirmi emozionato ricordando quel reciproco augurio di Buon Natale. (6 febbraio 2008)

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