Vivian Lamarque |
Quasi tutti ma non tutti
i bambini amano mettersi in maschera. Alcuni non vogliono proprio
saperne di addobbarsi e se gli chiedi perché rispondono perché no.
Mettiti almeno un cappellino, no. Almeno una mascherina, no. Viene in
mente Gadda: nella Cognizione del dolore Gonzalo bambino era
«impaurito al collasso», «quella che il bambino pativa non era la
festa di una gente, ma il berciare d’una muta di diavoli, pazzi,
sozzi, in una inutile bestiale diavoleria».
Immagino che anche agli
adolescenti un po' timidi il Carnevale possa creare qualche problema.
Non se ne parla mai, si parla solo dei bulli, eppure i timidi sono
tutt’altro che estinti. Me li immagino dover percorrere a Carnevale
una strada piena di bande sghignazzanti armate di bombolette. E
immagino altri alle prese con il dover fingere un divertimento che
non provano. Non tutti i giovani riescono a essere lieti a comando,
nemmeno sapendo (ma non lo sanno) che la così bella giovinezza pur
«si fugge tuttavia». Potessero i timidi avere in dono da Arlecchino
un po' della sua trionfante giocosità, potesse lui con una delle sue
strepitose capriole portarli in salvo, lontano dalle bande ghignanti.
Gonzalo di Gadda era
comunque «carnascialesco» nella sua avidità di vini e di cibo. Fin
dal succulento cognome, Pirobutirro (benché quelle pere le odiasse).
L’odore di fritto invece gli piaceva poco, non concordava con il
detto popolare «fritto è buono tutto», noi invece sì, persino le
fritture di insetti dicono siano buone, figuriamoci le altre.
Qualche festa mangereccia
per Carnevale nelle scuole primarie. I poveri insegnanti, alle prese
con i problemi e gli interrogativi creati dalla riforma, hanno invece
in questi giorni dovuto rispondere a questo genere di domande a
raffica: ma perché Pierrot piange sempre? (innamorato non
corrisposto); ma perché Arlecchino è di tutti i colori? (prima era
tutto bianco anche lui, ma poi rattoppa oggi rattoppa domani...);
perché le chiacchiere si chiamano chiacchiere? (quando le friggi e
quando le sgranocchi fanno una specie di chiacchiericcio); perché si
dice martedì, giovedì, sabato grasso? (ultimi giorni in cui si
poteva mangiare squisitezze, prima dei divieti della Quaresima);
perché si dice segreto di Pulcinella? (mai zitto un minuto lui,
raccontava subito tutto a tutti).
Buona fine di Carnevale,
auguri agli insegnanti, ai giovani timidi e ai non timidi, e anche a
Lorenzo il Magnifico, «...chi vuol esser lieto sia / di doman non c’
è certezza». Auguri anche a chi è nato il 29 e domani niente
compleanno.
Corriere della Sera, 28
febbraio 2009
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