“Pagina99 wickend” è
un settimanale di qualità con una redazione fatta in prevalenza da
giovani che affronta temi importanti generalmente ignorati dal
sistema mediatico e che accetta la sfida della globalizzazione,
rifiutando un ottica nazionalistico-provinciale e dirigendo lo
sguardo in ogni parte del mondo, specialmente quelle parti ove
accadono le “cose” che potrebbero mutarne il volto. Il
settimanale ha cambiato più volte proprietà, direzione, simpatie e
antipatie politiche, ma ha mantenuto quella sua originaria curiosità,
quella voglia di ampliare e di approfondire, insieme a un gruppo di
redattori che è sopravvissuto alle periodiche crisi. Ormai “Pagina
99” è diffuso solo on line, acquistabile per singolo numero
o in abbonamento. Nell'ultimo numero ho trovato un eccellente
reportage di Cecilia Attanasio Ghezzi dalla Cina, paese da cui ha
spesso scritto pagine informate e interessanti. Ne riprendo l'inizio,
consigliando a chi vuole, spero in tanti, di continuarne la lettura
nel sito del settimanale. (S.L.L.)
Periferie pechinesi |
«La Cina intera è
cosparsa di rami secchi che presto si incendieranno», scriveva Mao
Zedong nel 1930 per poi citare un antico proverbio cinese: «Una
scintilla può dar fuoco a tutta la prateria».
È quello che sta
succedendo in questi giorni a Pechino. Il 18 novembre è andato a
fuoco un palazzo nella periferia sud. Sono morte 19 persone, migranti
provenienti da ogni angolo della Cina in cerca di una vita migliore.
Per il sindaco della capitale Cai Qi, astro nascente della politica
cinese, è stata l’occasione di lanciare l’ennesima campagna
contro le «strutture illegali»: 40 giorni per demolire i casermoni
che per anni hanno ospitato la cosiddetta «tribù delle formiche».
Ne hanno già individuati più di 25 mila, in potenza sono centinaia
di migliaia le persone che potranno trovarsi senza casa dall’oggi
al domani.
La tribù delle
formiche
Siamo nella capitale
della seconda economia mondiale, a un’ora e mezzo dal centro città,
dove gli affitti relativamente bassi hanno attirato il popolo di chi
appena “sbarca il lunario” ma non è disposto a lasciare la città
in cui si materializza il suo sogno di una vita migliore. Tutte le
mattine lasciano i loro quartieri dormitorio per dirigersi in massa
verso il centro, proprio come le formiche, da cui prendono il nome.
Sono camerieri, laureati di università secondarie, ragazzi delle
consegne a domicilio, governanti, donne delle pulizie, operai,
commessi e, soprattutto, operatori della logistica. In comune hanno
il fatto di essersi trasferiti a Pechino dalla provincia, in cerca di
una vita migliore.
Sono lavoratori migranti,
in tutta la Cina oltre duecento milioni di persone che dalle campagne
si sono trasferite nelle principali città senza che queste
offrissero in cambio assistenza sanitaria e istruzione per loro e le
loro famiglie. O possibilità di prendere la residenza. Sono quelli
che negli ultimi trent’anni hanno lavorato per costruire il
miracolo cinese. Solo nella capitale sono 8,2 milioni. E nel
frattempo Pechino è diventata un inferno.
[…]
“Pagina99
we”, 8 dicembre 2017
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