La Sibilla Eritrea rappresentata nel pavimento del Duomo di Siena |
Presso
due popoli che vivevano in non so quale parte dell’Anatolia o del
Caucaso le arti divinatorie giunsero a tal punto di perfezione da
risultare assolutamente infallibili.
Di
conseguenza, gli eserciti che partivano per la guerra sapevano per
filo e per segno come sarebbe andata a finire: i generali concepivano
piani ingegnosi per battaglie di cui già conoscevano l'esito, e i
soldati lottavano valorosamente, pur sapendo che coraggio o codardia
non avrebbero affatto alterato la loro sorte: coloro che erano
destinati a perire cercavano lucidamente, di schiera in schiera, e
sempre combattendo, l'uomo e l’arma che stavano per trafiggerli.
Per
secoli i due popoli andarono avanti a far guerre, e i loro àuguri o
aruspici a divinare del loro esito; possiamo forse trovare nelle
Battaglie di Paolo Uccello una rappresentazione adeguata di questa
vicenda sanguinosa e immobile.
Lessi
molti anni fa questa storia, che continua a impressionarmi, nelle
Opere di Liutprando di
Cremona edite da Bompiani. Conoscere il futuro appare desiderabile,
come anche diventare immortali; ma entrambe le cose, se si
realizzassero, porrebbero di fronte a notevoli problemi di
comportamento. Io (non so voi), se fossi immortale rimanderei tutto a
domani; e, quanto alla divinazione, «che vita sarebbe stata quella
di Priamo, se fin da giovane avesse saputo che cosa gli sarebbe
toccato da vecchio?».
Questa
domanda la traggo da Della divinazione
di Cicerone. Che meravigliose edizioni si trovano oggi nelle collane
economiche: un esempio e proprio Della divinazione
di Cicerone appena uscito nella collana «I grandi libri» di
Garzanti, con una presentazione e note amplissime di Sebastiano
Timpanaro. Gli astrologi esistono ancora, mentre gli interpreti delle
viscere e del volo degli uccelli sono diventati rarissimi; ma tutto
quello che si può dire su ogni sorta di mantica fu detto da
Cicerone, e con inarrivabile grazia, duemila anni fa.
Cicerone
si chiede se «quelli che caddero nella battaglia di Canne erano nati
sotto la stessa costellazione: perché certo ebbero tutti una morte
uguale».
Obiezione
definitiva, che non scoraggia la lettura degli oroscopi. Secondo le
stelle, le «carriere» sono piene di alti e bassi anche di domenica,
e in amore ci sono continui cambiamenti. Quest’animazione fa
compagnia soprattutto a chi, per anni e anni, vive la stessa vita
senza novità.
Europeo,
25 novembre 1988
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