Lotario di Segni, nato ad Anagni nel 1160 da nobile famiglia, si distinse da giovane per un’opera ascetica tra le più radicali (De contemptu mundi). Eletto papa col nome di Innocenzo III fu governatore attivissimo, legislatore infaticabile, promotore di Concili e Crociate.
Tra i suoi primi provvedimenti, nel 1198, ci fu quello di dare valore giuridico alle «ruote dei trovatelli» che già venivano usate in maniera sporadica. Decise infatti che le «ruote» fossero installate in edifici religiosi, in modo che le madri potessero lasciare lì «il frutto della colpa», invece di sopprimerlo. Le poverette lasciavano un involto con dentro il piccolo nel cilindro girevole, lo facevano scorrere, e scuotevano la corda di una campanella, per avvisare.
All'Ospedale Santo Spirito di Roma la ruota ha girato fino al XIX secolo; santa Caterina della Ruota deve il suo nome proprio al cilindro per i neonati. A Firenze la Ruota è ben visibile all'Ospedale degli Innocenti. Ma dell’usanza si trovano riscontri in molte altre città italiane, giacché fu l’Italia il paese in cui la pratica fu più diffusa. In Germania, per esempio, si ha notizia storica di una «ruota» (drehladen) costruita da un mercante olandese in un orfanotrofio nel 1709. Ma cinque anni più tardi l'orfanotrofio non ce la faceva più, finanziariamente, a prendersi cura di tutti i neonati. Di altre «ruote» tedesche si ha notizia a Kassel (1716) e Mainz (1811).
In Francia fu un santo sensibile ai problemi sociali, san Vincenzo de' Paoli, a introdurre quelle che vennero chiamate le «tours d'abandon», le torri dell'abbandono, nel 1638. A Parigi la più celebre era all'Hopital des Enfants-Trouvé. Nel 1863 le «ruote» in Francia scomparvero, sostituite da uffici pubblici, in cui le madri potevano lasciare il neonato, ma anche ricevere consigli e aiuto. Una legge del 1907 abolì le «tours»; in Francia le donne possono partorire in maniera anonima e lasciare il loro bambino.
E' probabile che l'ultima ruota - prima della recente reintroduzione - abbia girato in America Latina, e precisamente in Brasile, a San Paolo, alla «Santa Casa de Misericordia», abolita il 5 giugno 1949 da una legge che la dichiarava incompatibile con il moderno sistema sociale, dopo ben cinque anni di dibattito. Ma la memoria ne è rimasta ben viva, e sul tema c’è un film brasiliano famoso, «Roda Dos Expostos», («ruota dei trovatelli») diretto da Maria Emilia de Azevedo. In Brasile e Portogallo le ruote erano state istituzionalizzate nel 1738, quando la regina Maria I decretò che ogni città dovesse avere un ospedale per i neonati abbandonati. Nello stesso periodo in Gran Bretagna e in Irlanda i trovatelli erano accolti in orfanotrofi finanziati dalla «Poor Tax». Ciò nonostante a Dublino, città cattolica, nel 1730 l'Ospedale dei Trovatelli mise in funzione la ruota, che girò fino a quando l'ospedale stesso non fu chiuso, nel 1826: troppi bambini morivano fra le sue mura. In Italia orfanotrofi e istituzioni del genere sostituirono gradualmente la «ruota» nell'800; la sua morte legale fu decisa nel 1923 dal governo Mussolini.
Negli ultimi anni il cilindro porta-neonati ha ricominciato a funzionare in tredici paesi, tra cui Austria, Germania, India, Filippine e Pakistan. Non senza problemi giuridici e legali. In Giappone, per esempio, l'abbandono è punito con cinque anni di carcere. Ma dal momento in cui, nel 2006, il Jikei Hospital ha deciso di aprire una ruota, le autorità hanno stabilito che in quel caso non si può parlare di abbandono, dal momento che l'ospedale garantisce protezione. E la «culla della cicogna», come è stata poeticamente definita, ha sempre più ospiti.
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