26.10.10

Un incontro a Milano (di Eugenio Montale)

Eugenio Montale in un disegno di Flavio Costantini per "Montale e il Corriere"
Nel 1986 il “Corriere della sera” per celebrare i suoi 110 anni regalò ai lettori una serie di monografie dedicate a scrittori e poeti che, nel tempo, avevano collaborato con il quotidiano di via Solferino, da Gabriele D’Annunzio a Pier Paolo Pasolini. Una delle più belle è dedicata a Montale ed è quasi interamente costruita con testi giornalistici del poeta genovese e con testimonianze sulla sua vita. Si tratta di testi talora discutibili come quello dedicato a un Piero Gobetti, letto come inconsapevole alternativa a Croce e a Gramsci, ma quasi sempre pieni di intelligenza delle cose e di geniali intuizioni (notevoli un pezzo sull’operetta, uno sulla Callas e uno su Torino). (S.L.L.)
Italo Svevo con la moglie nel 1926
 Sul finire dell’inverno del 1926, in un mattino quasi primaverile, un signore piuttosto anziano, non alto, alquanto corpulento ma elegante, si era fermato dinanzi all’ingresso del teatro della scala a Milano. Era con lui una signora di parecchi anni più giovane. Il signore anziano somigliava stranamente a un ritratto dell’industriale triestino Ettore Schmitz, da me visto poco prima sulle “Nouvelles litteraires”. In compagnia di un amico seguii per qualche tratto di via Manzoni la coppia, poi mi feci coraggio e arrischiai la domanda: “Il signor Schmitz?”. Non mi ero sbagliato. Avevo davanti a me il romanziere Italo Svevo, l’uomo che mi aveva scritto due mesi prima per ringraziarmi di un articolo con cui avevo precorso (modesta staffetta) lo scoppio della sua improvvisa celebrità. Il signor Schmitz ci invitò a sedere con lui a un caffè. Il mio nome aveva destato la sua curiosità. Un importatore di resine e di acquaragia che si chiamava come me gli aveva venduto merce per anni e anni, con molta sua soddisfazione; era forse mio parente? Ammisi che si trattava di mio padre, senza supporre che acquistavo un titolo di benemerenza ai suoi occhi.


Dal “Corriere d’informazione” , 21 febbraio 1946, poi in Montale e il Corriere, Editoriale del Corriere della sera, 1986.

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