3.5.12

Porto Rosso ovvero La catastrofe (di Anonimo)

Le belle edizioni rilegate di un tempo avevano talora una sorta di taschino nella terza pagina di copertina, forse per conservarvi appunti di lettura. Nel secondo volume dei Racconti e romanzi di Massimo Bontempelli, uscito nel 1961 tra i mondadoriani "Classici italiani contemporanei" diretti da Giansiro Ferrata e da me acquistato (in cofanetto insieme al primo) su una simpatica bancarella, ho trovato intascate le prime pagine di un racconto dal titolo Porto Rosso ovvero la catastrofe. Com'è facile intuire, non ne conosco l'autore e non ne immagino lunghezza, sviluppi e finale, ammesso che ne abbia avuto uno. Oltre a postarne la foto trascrivo tuttavia l'incipit, accattivante, ben pensato e scritto.(S.L.L.)
Davanti a due bicchieri di Porto rosso, io e Romana tacemmo, perché non avevamo niente da dire.
Vinsi l'inerzia e presi il mio bicchiere. Senza pensarci, bevvi tutto d'un fiato. Fu atto molto improvvido distruggermi così in un momento l'unica occupazione possibile.
Ora sul tavolino il mio bicchiere era vuoto e quello di Romana era pieno.
Sentivo l'ingiustizia. La pittorica del tavolino n'era tutta squilibrata. Temevo un crollo. Vidi minacciata da quel punto l'armonia del mondo. Quando no potei più resistere dissi alla donna:
- Bevi.
Romana non aveva avuto alcun sospetto del mio dramma. Bevve con infinita placidità...

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