C'è una cosa che tutti noi, comuni cittadini, fuori dai giri della politica e della finanza, stentiamo a capire. La confusione pubblico-privato, l'appropriazione di beni comuni e risorse di tutti, la distribuzione di regalie, in una parola la corruzione (delle istituzioni, dei gruppi, dei singoli) non è più patologica, ma sistemica. Peggio che ai tempi di Tangentopoli e mani pulite.
Spesso la corruzione è stata... legalizzata: gli enormi entroiti di manager pubblici e semiprivati, l'esosità del ceto politico in alto e in basso, la struttura delle banche, i meccanismi dei grandi appalti, eccetera eccetera eccetera sono di per sè strumenti legali per accaparramenti e ruberie mascherate.
E' questo che rende la crisi italiana più acuta e lacerante di quella (già gravissima) del capitalismo occidentale.
Non c'è futuro per nessuno se non si estirpa la malapianta. Chi parla di sviluppo e non affronta il tema della corruzione sistemica è un illuso o un imbroglione. In ogni caso parla d'altro.
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