3.6.18

Etologia. La gallina è geniale. Un saggio sull’intelligenza degli uccelli (Ester Armanino)


Dal corvo della Nuova Caledonia al colibrì le osservazioni dimostrano che gli uccelli sono uno dei più grandi successi evolutivi in natura

Ci conosciamo?: come i piccioni riconoscono volti umani che hanno già visto; La sintassi dei gorgheggi della cincia; La discriminazione linguistica del passero di Giava; I pulcini amano gli accordi musicali consonanti; Le differenze della personalità alla base della leadership nell’oca facciabianca; I piccioni alla pari con i primati nella competenza numerica. Questi sono gli stupefacenti titoli di alcuni dei tanti studi pubblicati a dimostrazione dell’intelligenza degli uccelli.

Sono capaci di cogliere l’ambiente circostante, 
comprendere e risolvere problemi
La giornalista scientifica Jennifer Ackerman, nel suo coinvolgente saggio Il genio degli uccelli (La Nave di Teseo, 2018), spiega tuttavia che gli uccelli possiedono anche modalità di conoscenza che vanno al di là della nostra comprensione su base sperimentale, e così più che di intelligenza è giusto parlare di genio, vocabolo che in latino indica uno «spirito custode presente sin dalla nascita di un individuo, un’abilità o un’inclinazione innata».
Gli uccelli sono pieni di genio e Ackerman, entrando nella loro testa con ingegnosità letteraria, esalta l’unicità di questi animali dei quali ha sempre ammirato la natura scaltra, gioiosa, saggia e competitiva, che manifestano con imprese ben al di sopra delle loro capacità apparenti. «Cervello di gallina: una simile opinione è ormai del tutto superata».
Nell’ultima ventina d’anni, racconta Ackerman, osservazioni sul campo e ricerche di laboratorio condotte in tutto il mondo hanno fornito numerosi esempi di uccelli capaci di prodezze mentali paragonabili a quelle di un bambino di cinque anni. Per averne un’idea, è sufficiente rintracciare in rete il video del famoso corvo della Nuova Caledonia, conosciuto come «007» (esteticamente, epoca Pierce Brosnan) impegnato a risolvere un problema di meccanica dei fluidi per recuperare un pezzettino di carne posto in un cilindro: si resta stupefatti.
A quanto pare, il cervellino degli uccelli che sfida la gravità, adatto a librarsi e disegnare arabeschi nel cielo, a fare manovra in spazi ristretti e migrare oltreoceano, quella piccola zucca che rappresenta lo scotto cognitivo che da sempre facciamo pagare agli uccelli per essere i padroni indiscussi dell’etere, possiede invece un numero altissimo di neuroni lì dove davvero conta, con densità, legami e connessioni molto simili ai nostri.

«Un uomo verrebbe sfinito in pochissimo tempo 
da una tale intensità di vita»
Strizzando l’occhio ai sillogismi aristotelici, si potrebbe ormai dire che: l’uomo è intelligente, la gallina ha un cervello intelligente, l’uomo ha un cervello da gallina. Una bella rivincita del mondo aviario.
Questo libro procede per grandi e meritate rivincite, ma tiene anche conto che l’intelligenza esiste su un larghissimo spettro, e Ackerman fa quindi una lista breve ma rappresentativa sia degli uccelli intelligenti sia di quelli stupidi. Stupidi, per esempio, come l’emù: per catturarlo, ci basterebbe sdraiarci per terra, sollevare una gamba, e lasciare che il grande uccello australiano pensi che siamo un emù anche noi. Oppure come il pavone che per sei, sette volte di seguito tenta di aprire la sua ampia coda mentre soffia il maestrale e puntualmente cade, o i pettirossi che quando fanno il nido a casa Ackerman aggrediscono il finestrino laterale dell’automobile beccando furiosamente il loro stesso riflesso. «Ma chi di noi», ammette Ackerman, «non è stato tradito dalla vanità, o non ha trasformato la propria immagine in un nemico?».
Attraverso numerosi aneddoti frutto di una lunga osservazione sul campo che va dalle Barbados al giardino di casa sua, Ackerman ci introduce nella vita di queste brillanti creature che rappresentano forse il più grande successo evolutivo in natura: il loro genio è inteso come la capacità di cogliere l’ambiente circostante, comprendere le cose e scoprire come risolvere problemi, è l’attitudine ad affrontare le sfide ambientali e sociali con acume e flessibilità, facendo spesso qualcosa di innovativo.
«Hanno grandi storie da raccontare, storie che chiariscono cosa probabilmente succede nella mente di un uccello e che forse possono gettare luce anche su ciò che succede nelle nostre menti. Tutti questi uccelli, in fondo, ci sollecitano a riflettere in maniera inedita su cosa significa essere intelligenti».
Ha scritto Louis Halle: «Un uomo verrebbe sfinito in pochissimo tempo da una tale intensità di vita». Il genio degli uccelli è un’immersione in quest’altra vita di cui non saremo mai capaci, a partire dal volo. È, come Melville scriveva in Moby Dick parlando della sua balena, un invito non tanto ad allargare le nostre menti, quanto ad affinarle.


Tuttolibri La Stampa, 2 giugno 2018

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