19.2.15

Mezz’ora. Una poesia di Konstantinos Kavafis

Mio non sei stato, né mai sarai,
credo. Fu l’altro ieri:
uno sfiorarsi al bar, dirsi qualcosa,
niente di più; e già la pena provo
del rimpianto, confesso. Ma c’è talvolta
in noi dell’Arte, di mente tale eccesso
che un’ombra fuggitiva di piacere
trasformiamo in sostanza, ne facciamo
realtà palpabile. Così fu al bar,
l’altro ieri: complice in me una
ubriacatura misericordiosa,
in rapimento erotico ho vissuto
per mezz’ora, assoluto…

(devi averlo capito: sei rimasto
apposta un po’ di più). Ma quanto,
oh quanto necessario fu il guardarti
nelle labbra, e il corpo tuo accanto
avere al mio… Concesso
non m’avrebbero un tale incanto
vertigine d’alcool, sogno,
pur tanto forti, mai…

[1917]

da Un'ombra fuggitiva di piacere, Adelphi, 2004 -  traduzione di Guido Ceronetti

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