12.2.15

Nella sala Valnerina (S.L.L.)

Balcone imbandierato del palazzo Cesaroni di Perugia
sede del Consiglio Regionale dell'Umbria
Con la presenza di giornalisti e di rappresentanti di associazioni 'datoriali' e antimafia, stamane in Regione si è svolto un incontro tra la Commissione Antimafia e Antidroga del Consiglio regionale e un gruppo di lavoro dell'Università di Perugia. I professori hanno presentato lo schema di un progetto educativo contro le mafie, che dovrebbe avere una ricaduta nei piani di studio di tutte le facoltà e nei "curricula" di molti studenti. Per la realizzazione i 5 delegati del Rettore hanno chiesto alla Regione collaborazione riguardo a molti aspetti del progetto, incluso il finanziamento.
L'idea, certamente interessante; meglio potrà giudicarsi nella sua validità quando se ne conosceranno meglio contenuti e modi di svolgimento: l'inizio è di sicuro promettente.
Qualcosa tuttavia non ha convinto me ed altri, a vario titolo presenti. Intanto l'apologo, raccontato dai professori, che sintetizzerebbe le ragioni educative del progetto: "Quando all'Università arrivò Rita Borsellino erano in tantissimi ad applaudirla, fu una vera ovazione. Quegli stessi studenti, però, in gran numero, con il loro "fumo" finanziano e rafforzano le mafie". L'argomentazione in vero si può rivoltare come un guanto. Per esempio, facendo riferimento alle sostanze più diffuse e meno nocive, siamo certi che a finanziare e rafforzare le mafie siano i consumatori di derivati della "cannabis" e non gli Stati con le loro leggi proibizionistiche?
Inevitabilmente alcuni dei convenuti hanno fatto riferimento alle infiltrazioni in Umbria, comprovate da molte inchieste: una piccola passerella di esperti più o meno finti.
Il rappresentante di Confindustria diceva: "Se le imprese edili o le fabbriche sono in difficoltà e a rischio d'usura o d'infiltrazione, noi in associazione siamo gli ultimi a saperlo perché gli imprenditori si vergognano" In compenso mostrava di saper tutto sulle infiltrazioni negli alberghi e nelle sale cinematografiche: "E' lì il marcio".
Più d'uno poi ha parlato di "eventi-sentinella". Nel barocco repertorio di metafore militaresche oggi di moda chiamano così quegli eventi che possono segnalare la presenza della criminalità organizzata, come, per esempio, le troppo frequenti acquisizioni di imprese. In un intervento, però, mescolando a sproposito antimafia e antidroga, si citava come "evento sentinella", da far conoscere per suscitare attenzione, anche la produzione di nuove sostanze psicotrope tra legale e illegale, le pasticchine da discoteca a prezzi bassi, ma dannosissime alla corteccia cerebrale. M'è venuto da ridere: la nascita di nuove droghe è un "evento sentinella" che allerta soprattutto le mafie, le quali potrebbero non sopportare che un pezzo di business sia fuori dal loro controllo, in mano a giovinastri indipendenti. Ma tant'è.
Non erano stati invitati i sindacati. Nei cantieri e nelle fabbriche, quando sono presenti lavoratori sindacalizzati, sono tra i primi a notare certe presenze puzzolenti. E l'imprenditore in difficoltà, possibile vittima dell'usura e dell'acquisizione mafiosa, qualche segno ai lavoratori lo dà sempre, ritardando il pagamento di salari e contributi per esempio. Ma tant'è: dei sindacati ci si era dimenticati. La cosa più grave è che non è stato fatto apposta, ma non ci si è neppure pensato: è passata l'idea che i lavoratori non contano niente, non sono soggetto ma oggetto.

(stato fb 11/2/2015)

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