Nel 1984 “Panorama”
affidò alla cura del suo esperto di gastronomia, Marco Garnaschelli
Scotti uno speciale sulla grande tradizione culinaria del Mezzogiorno
d'Italia e della Sicilia. Il titolo dell'inserto non era granché
(Per favore niente pizza),
ma non era male l'idea di denunciare il rischio di un degrado e di un
deperimento del patrimonio di fantasia barocca e capacità tecnica
costruito attraverso i secoli nel Sud e di denominare tutto ciò “una
questione meridionale”. La ricognizione fu svolta visitando le
cucine di alcuni grandi ristoranti, significativi di diverse
tradizioni. Le ricette dal cerino di maccheroni” napoletano
alla spigola farcita pugliese al falsomagro palermitano
son per lo più molto elaborate, ma non ne manca qualcuna – forse
non secolare – ma semplice e geniale, come quella facile facile che
qui riprendo, i cavatelli con la rucola proposti
dalla Pignata di Bari e sicuramente ispirati alle orecchiette con le
cime di rapa. Credetemi che ne risulta un piatto eccellente,
apprezzato perfino da chi – come me – non ama la rucola (l'odore,
chissà perché, mi rammenta sgradevolmente il cimitero).
Salto la preparazione dei
cavatelli. Ognuno li prepari come sa e come può, si può ricorrere
alla produzione artigianale diffusissima o anche a quella industriale
di qualità: ne servono per quattro persone 500 grammi.
Con 250 gr. di pomodori
maturi si farà una salsa (cottura 20 minuti) con olio e uno spicchio
d'aglio schiacciato.
Frattanto si farà
cuocere in acqua bollente leggermente salata la rucola –
preferibilmente selvatica - e, arrivati a metà cottura, si
aggiungerà la pasta.
A cottura ultimata, scolare la pasta e la rucola, metterla nel piatto di portata, spolverare di ricotta salata di pecora grattuggiata e versarvi la salsa. Mescolare e servire.
A cottura ultimata, scolare la pasta e la rucola, metterla nel piatto di portata, spolverare di ricotta salata di pecora grattuggiata e versarvi la salsa. Mescolare e servire.
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