Incubatrici |
Guerra
del Golfo (1990-1991). L'invasione statunitense fu anche
una vasta opera di manipolazione. Nell'era della proclamata libera
circolazione delle informazioni, le immagini e le parole furono
controllate dagli stati-maggiori alleati e dagli specialisti di
comunicazione. L'emirato del Kuwait si affidò ai servizi di una
grande agenzia che «mise in scena» il documento «amatoriale» che
rappresentava l'ingresso dei carri iracheni a Kuwait City, il 2
agosto 1990. Organizzò la testimonianza, trasmessa dappertutto, di
un'infermiera la quale giurava che i soldati iracheni avevano tolto
la corrente alle incubatrici facendo morire i neonati: fu decisivo
per far aderire l'opinione pubblica americana alla mobilitazione
contro l'Iraq. Qualche mese dopo, si venne a sapere che il
«testimone» in questione era la figlia dell'ambasciatore del Kuwait
a Washington...
Il Pentagono non fu da
meno. Presentò delle foto truccate all'Arabia saudita per far
credere che l'Iraq era sul punto di invaderla e ottenere così
l'assenso di Riyad allo spiegamento delle truppe statunitensi nel
regno. Diffuse l'idea che gli alleati dovevano affrontare il «quarto
esercito del mondo». Arruolò i giornalisti al servizio della sua
sola verità. Svelate poco a poco, queste menzogne crearono nelle
opinioni pubbliche occidentali un solido scetticismo. I media
promisero che non sarebbe più accaduto...
“Le Monde diplomatique – il
manifesto”, febbraio 2001)
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