Di un umbro, David
Francescangeli, è la foto più bella per il National Geographic
2018. Ritrae un uccellino di Terni, un esemplare di verdone, un
uccellino poco più grande di un passero che con tutte le sue forze
tenta di resistere alla violenza del vento, del gelo e della neve.
Francescangeli, 40 anni, professione informatico in un ente collegato
alla Regione Umbria ha due grandi passioni per il tempo libero: la
natura e la fotografia. La sua immagine è stata giudicata la
migliore in un lotto di circa 20.000 partecipanti al concorso nella
categoria «mondo animale».
Ha raccontato lui stesso
il modo un po' rocambolesco che ha consentito lo scatto. Nei primi
giorni di febbraio del 2018, un vento dall'est che aveva fatto
precipitare le temperature e a casa sua, alla periferia di Terni,
sbocca una valle donde arrivava teso un vento di tramontana. Per di
più era caduta la neve. Con molti sforzi e molti scatti è riuscito
a fotografare in pose a modo loro drammatiche il piccolo animale. Non
ha vinto denari, ma – e ne è felice - la pubblicazione della foto
nella home di NG e la partecipazione a un master di fotografia a
Milano, cui non sa se potrà andare.
Qui riprendo il bel
commento di Massimo Gramellini. (S.L.L.)
Chilometro zero
Per vincere l’ambitissimo
premio del National Geographic dedicato ai soggetti del mondo
animale, decine di migliaia di fotografi in erba e in carriera
setacciano la natura alla ricerca dei luoghi più esotici e delle
specie più rare. Prendono aerei, affittano jeep, si arrampicano
sulle vette e si calano lungo i burroni. Un vitalismo e una frenesia
che, osservate dal mio divano, suscitano più ammirazione che
desiderio di emulazione. Invece il fotografo dilettante David
Francescangeli deve appartenere alla specie protetta dei pigri
cronici e recidivi. Vive inchiavardato alla periferia di Terni e dice
che già Milano gli sembra un posto parecchio lontano. Una mattina
d’inverno vede dalla finestra di casa un uccellino sballottato
dalla tormenta.
Esce dal retro, stende
una coperta sul prato, prepara la macchina fotografica e immortala
quel passero — un verdone — mentre si erge solitario contro la
tempesta di ghiaccio che gli sferza le penne, serrando gli occhi e
gonfiando il petto con un coraggio eroicamente sproporzionato alle
sue dimensioni. David spedisce la foto e vince il primo premio.
Ha trovato la poesia nel
giardino di casa, senza doverla andare a cercare in chissà quale
altrove. Forse perché la poesia era già nel suo sguardo. Forse
perché è ovunque. Talmente vicina che noi, presi dalla smania di
guardare sempre lontano, neanche ce ne accorgiamo.
Corriere della sera, 4
febbraio 2019
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