Il comandante
del reparto antifalsificazione carabinieri:
"Gente
abilissima, ma nessun falso è perfetto"
"È
gente abilissima, temibile e pericolosa. Ma noi abbiamo un vantaggio:
per quanto il livello di falsificazione sia alto, e quasi sempre è
altissimo, non potrà mai raggiungere la perfezione". Il
colonnello Francesco Ferace, al comando degli uomini di un reparto
iperspecializzato dei carabinieri (Anti falsificazione monetaria,
Afm) combatte quotidianamente la guerra ai falsari di banconote,
monete, carte di credito, marche da bollo e documenti di identità.
"Negli anni - ricorda - abbiamo scoperto e chiuso un numero
infinito di stamperie, zecche clandestine, laboratori e centri di
produzione ma ogni giorno è una nuova sfida".
Un fenomeno in
crescita
La
conferma arriva dai numeri di Bankitalia: dopo il calo del 2015 e del
2016, seguito al picco del 2014, nel 2017 il numero di banconote
false tolte dalla circolazione è cresciuto del 10% rispetto all'anno
precedente (e del 17,1% nel secondo semestre rispetto al primo): in
tutto ne sono state ritirate 161.572, per lo più tagli da 20 (il
44,53%) e da 50 (il 42,74%), sebbene vengano "clonati"
anche pezzi da 5, da 10, da 100, da 200 e da 500: l'arroganza dei
falsari è tale che, un anno e mezzo fa c'è chi, tra di loro, per i
mercati del nord Europa, aveva pensato ad una banconota da 300 euro,
un taglio inesistente. Un rischio grande quanto inutile. "Nel
nostro Paese, segnatamente nelle province di Napoli e Caserta -
spiega Ferace - agisce storicamente un gruppo di falsari
'professionisti' responsabili dell'80% della falsificazione a livello
mondiale. Non significa che tutte o quasi tutte le banconote false
prodotte nel mondo vengano prodotte materialmente in quell'area: ma
tipo di contraffazione, architettura, procedimenti seguiti sono di
'scuola' napoletana e casertana".
Il 'Napoli Group'
Gli
investigatori di tutto il mondo conoscono bene quello che
nell'ambiente è noto come "Napoli Group", quasi una griffe
dell'illecito monetario: non più tardi del febbraio di quest'anno, a
Torre del Greco, impilati in anonimi fusti di plastica per alimenti
sono stati trovati 41 milioni falsi in tagli da 100 e 50, in qualche
caso completi di cliché. Non ci sono prove, in questo come in altri
casi, di legami con la camorra ma "tutti gli affari illeciti che
vengono portati avanti in certe zone - avverte il colonnello - sono
in qualche modo se non governati comunque tollerati dalla criminalità
organizzata. Che sicuramente avrà un qualche tipo di utile anche in
questa filiera, come nel traffico di droga, di armi o nello
sfruttamento della prostituzione".
Cosa fare se ci si
ritrova un falso tra le mani
È
l'eterna rincorsa di 'guardie' e 'ladri', che in questo caso si gioca
sul terreno dell'hi-tech: lo sforzo dei falsari è concentrato
"nell'aggiornare i criteri di produzione sulla base degli
elementi di sicurezza che di volta in volta i competenti centri della
Banca centrale europea individuano per la produzione di nuove
banconote (per la prima meta' del 2019 è programmata l'entrata in
circolazione dei nuovi tagli da 100 e 200 euro, gli ultimi della
"serie Europa", ndr), tentando di imitarli il più
fedelmente possibile: filigrana in trasparenza, microscritture,
numeri in controluce, elementi in rilievo, ologrammi speciali, tipo
di impasto della carta". Risultato: nelle mani di ciascuno di
noi può arrivare una banconota falsa. E se la qualità della 'copia'
è buona, al punto da ingannare persino bancomat e macchinette
verificatrici usate da negozi e supermercati, "per un comune
cittadino diventa estremamente difficile, se non impossibile,
accorgersene. Una raccomandazione però: se si hanno dei dubbi, non
provare a 'spacciarla', perché si tratta di un reato. E in ogni caso
consegnarla alla filiale di una banca, ad un ufficio postale o alle
forze dell'ordine, mai distruggerla: per noi può rappresentare un
aiuto prezioso per risalire ai produttori".
La 'Shanghai
connection' delle monete contraffatte
Problemi
analoghi, anche se su scala ridotta, riguardano le monete metalliche:
"le favorite dai professionisti della contraffazione sono quelle
da 1 e 2 euro, ma due settimane fa abbiamo neutralizzato a Pavia una
zecca che produceva pezzi da 50 centesimi. Per la prima volta in
Europa - ricorda Ferace - abbiamo documentato il coinvolgimento nel
circuito della falsificazione di monete di gruppi criminali cinesi:
anche da altre indagini è emerso il ruolo di 'cartelli' comprendenti
anche napoletani, siciliani e ghanesi che producevano queste monete a
Shangai per esportarle in tutta Europa. È stato intercettato un
carico di circa 600 mila euro in monete da 2 euro falsificate
benissimo". Una parte importante del lavoro dei carabinieri
dell'Afm è assorbito poi dal contrasto alla clonazione delle carte
di credito e alla falsificazione di documenti (carte di identità,
patenti, passaporti e permessi di soggiorno, altra 'specialità'
dell'area campana) ma "al momento il fenomeno complessivamente
più allarmante - sottolinea il colonnello Ferace - è sicuramente
quello dei falsi valori bollati: ne gira un numero impressionante in
ambito giudiziario, fra le motorizzazioni civili, nel mondo delle
agenzie di pratiche auto e moto. La verifica è estremamente
difficile e i danni per le casse dello Stato gravissimi".
AGI
Cronaca, 23 luglio 2018
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