6.7.17

Sera. Una poesia di Antonio Machado

Fu una limpida sera, triste e sonnolenta
sera d'estate. L'edera si affacciava
al muro del parco, scura e impolverata...
Risuonava la fonte.

Nell'antico cancello cigolò la mia chiave;
si aprì con aspro rumore la porta
di ferro rugginoso e, al richiudersi, grave
colpì il silenzio della sera morta.

Nel solitario parco, la sonora
strofa gorgogliante dell'acqua che canta
mi guidò alla fonte. La fonte versava
la sua monotonia sul bianco marmo.

La fonte cantava: Fratello, ti ricorda
il mio canto d'adesso un tuo sogno lontano?...
Fu una sera lenta della lenta estate.

Risposi alla fonte:
Non ricordo, sorella,
so che è lontana la tua strofa di adesso...

Fu questa stessa sera: il mio cristallo versava
sopra il marmo la sua monotonia come adesso.

Ricordi fratello?... I mirti talari
che vedi, ombreggiavano le chiare melodie
che ascolti. Del colore rosso della fiamma
il frutto maturo pendeva sul ramo,
lo stesso di adesso. Ricordi fratello?...
Fu questa stessa sera dell'estate.

- Non so che mi dice la tua strofa ridente
di sogni lontani, sorella fonte.

Io so che il tuo chiaro cristallo di allegria
già sapeva i frutti dell'albero vermigli;
so ch'è lontana la amarezza mia
che sogna nella sera vecchia dell'estate.

Io so che i tuoi begli specchi canori
riflessero antichi deliri di amori:
ma raccontami, fonte di lingua incantata,
raccontami la mia allegra leggenda scordata.

- Io non so leggende di antica allegria,
solo vecchie storie di malinconia.

Fu una limpida sera della lenta estate
Tu venivi solo con la tua pena, fratello;
le tue labbra baciarono la mia linfa serena,
nella limpida sera, dissero la tua pena.

Dissero la tua pena le tue labbra che ardevano;
la sete che ora provi, anche allora provavi.

Addio per sempre, fonte sonora
in eterno cantante del parco addormentato.
Addio per sempre, la tua monotonia,
fonte, è più amara della pena mia.

Nell'antico cancello cigolò la mia chiave;
si aprì con aspro rumore la porta
di ferro rugginoso e, al richiudersi, grave
risuonò nel silenzio della sera morta.

da Soledades (1903) - Traduzione Salvatore Lo Leggio

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