18.7.17

Sirena. Una poesia di Giorgio Caproni

Genova, Palazzo Di Negro
La mia città dagli amori in salita,
Genova mia di mare tutta scale
e, su dal porto, risucchi di vita
viva fino a raggiungere il crinale
di lamiera dei tetti, ora con quale
spinta nel petto, qui dove è finita
in piombo ogni parola, iodio e sale
rivibra sulla punta delle dita
che sui tasti mi dolgono? …Oh il carbone
a Di Negro celeste! oh la sirena
marittima, la notte quando appena
l’occhio s’è chiuso, e nel cuore la pena
del futuro s’è aperta col bandone
scosso di soprassalto da un portone.

195...

da Il “Terzo libro” e altre cose, 1968

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