27.1.14

"Donne". Massime scherzose di Ramón Gómez de la Serna

Quando una donna chiede macedonia per due, perfeziona il peccato originale.

Nelle borsette delle donne c'entra tutto, ma non vogliono mai portarci nulla.

Quando la donna si liscia molto le calze sembra che stia per prendere il volo.

La donna si pulisce con un fazzolettino piccolissimo i grandi dolori e i grandi raffreddori.

Si ha paura, di notte, a guardare le donne ferme agli angoli delle strade; temiamo d'incontrare non si sa quale donna che avremmo potuto amare, quella che probabilmente cerchiamo, quella che ha finto, forse, d'essere morta.

Era di quelle donne che non smettono mai di chiudere rubinetti.

L'incanto della donna distesa sulla sabbia è che sembra una statua mezzo dissotterrata.

Quando una donna si toglie una calza sembra che voglia guardarsi una ferita.

Quando si toglie i guanti, la donna sembra che stia per fare la confidenza più preziosa della sua vita, ma non la fa.

La donna crudele si riconosce dal modo di spegnere il mozzicone nel portacenere.

La donna senza calze fa più paura, perché le sue gambe folli sono senza camicia di forza.

Il brutto delle vedove è che si mettono a usare l'ombrello del defunto marito.

Laura continua a uscire da messa bella e giovane tutte le domeniche. Chi è scomparso è il Petrarca.

Le romantiche si toccano un ricciolo come se parlassero al telefono con se stesse.


La donna guarda l'elefante come se volesse stirarlo.

Donne, libri, astri e animali, Biblioteca del Vascello, Roma, 1993

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