La statua di Pietro Valdo a Worms |
Il 20 aprile 2005 anche la Chiesa
Valdese si vede rifiutare dalla Rai uno spot radiofonico a pagamento per la
campagna dell'«otto per mille». Il cosiddetto servizio pubblico pretende di
intervenire sul testo degli slogan. Quelli scelti dalla Tavola Valdese sono
«Molte scuole, nessuna Chiesa» e «Nemmeno un euro per le attività di culto»,
per sottolineare che i contributi vengono utilizzati esclusivamente in progetti
di solidarietà e assistenza (come del resto prevede la legge che ratifica
l'accordo fra Stato italiano e Tavola Valdese).
Ma quelle espressioni non
piacciono alla Sipra né a Rai Trade. Le due società Rai prima firmano un
regolare contratto per gli spot, poi rifiutano di mandarli in onda citando un
«Codice deontologico», con questa comica motivazione: «La pubblicità non deve
esprimere o comunque contenere valutazioni o apprezzamenti su problemi aventi
natura o implicazioni di carattere ideologico, religioso, politico, sindacale o
giudiziario». In realtà in Rai si sussurra che gli slogan fossero ritenuti
«troppo polemici con la Chiesa cattolica», peraltro nemmeno nominata. I valdesi
rifiutano di modificarli, anche perché è difficile per una confessione
religiosa evitare «valutazioni o apprezzamenti di carattere religioso». In una
lettera al direttore Cattaneo, la pastora Maria Bonafede, vicemoderatrice della
Tavola, parla di «censura», «violazione di un fondamentale diritto alla
comunicazione» e «discriminazione di una minoranza religiosa». E aggiunge:
«Quello che non volete trasmettere è il richiamo a una legge dello Stato».
Amen.
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