Signor Presidente,
colleghi deputati
Ho chiesto la parola per
esprimere il cordoglio dei parlamentari del Partito democratico per
la morte tragica e disperata di Lucio Magri, militante e dirigente
della sinistra, uomo intelligente, colto e appassionato.
Sono personalmente
colpito e addolorato per ciò che è avvenuto. Non è il momento di
ripercorrere qui l’itinerario tormentato della sua vita, da giovane
dirigente della Democrazia cristiana, alla scelta di militare nel
Partito comunista, all’esperienza del Manifesto, che fu per lui
fondamentale sul piano
umano e intellettuale. E,
ancora, dalla fondazione del Pdup, al ritorno nel Partito comunista,
fino alla battaglia contro la «svolta» e alla difesa
dell’esperienza del comunismo italiano.
Ebbi modo di incontrare
Lucio Magri per la prima volta nel 1969, quando, insieme a FabioMussi
e ad altri studenti pisani, raccoglievamo gli abbonamenti al
“manifesto”. L’ultima volta - e quindi nell’arco di oltre un
quarantennio - l’ho incontrato qualche giorno fa qui, nel
Transatlantico di Montecitorio.
Abbiamo passato una lunga
vita vicini, per la comune appartenenza e, nello stesso tempo, quasi
sempre lontani nelle scelte politiche che a ogni crocevia della
nostra storia ci hanno visto su opposte sponde. Da quel lontano 1969,
quando noi rifiutammo di spingere il dissenso fino alla scelta di
farsi cacciare dal Partito comunista, nella convinzione che non vi
fosse prospettiva al di fuori della grande forza storica del
movimento operaio. E sino alle discussioni dopo l’89, negli anni
sofferti della «svolta» e della diaspora.
Lucio non è mai stato un
dogmatico, ha difeso il patrimonio del comunismo italiano, pur
essendone stato uno dei critici più acuti e più anticipatori. E non
fu neppure un eretico, nel senso della testimonianza solitaria,
dell’estremismo.
Non amava la politica
predicata, anzi, si sforzò sempre di praticarla. In questo, davvero,
proponendosi come un continuatore nel solco della migliore tradizione
togliattiana, quella che ha saputo combinare il mito rivoluzionario
con il realismo politico, con il gusto per la strategia, il calcolo
dei rapporti di forza, la capacità di intravedere i possibili passi
in avanti. Così fu quando non si contrappose al compromesso storico
nel nome di un moralistico rifiuto della politica, ma nel nome di
un’acuta idea del compromesso per l’alternativa.
E così fu quando, nel
’95, non accettò il rifiuto di Rifondazione comunista al governo
Dini, in cui vide, pure nella differenza profonda, un possibile passo
in avanti. È forse questo gusto per la politica che lo ha reso per
me, per molti di noi, un interlocutore importante, intelligente, con
cui discutere, approfondire, ricercare le soluzioni, mettere a
confronto le analisi e le proposte.
Lucio ci ha lasciato con
Il Sarto di Ulm: una riflessione critica e insieme un atto di
amore verso la nostra storia. Quel libro contiene la consapevolezza
di una sconfitta, perché il sarto di Bertolt Brecht fallisce
nell’ambizione folle di volare e si schianta al suolo. Ma egli
riteneva che quella testimonianza disperata avesse comunque lasciato
un segno, perché è pur vero che poi l’uomo è riuscito a volare.
Lucio portava il peso
della sconfitta e non aveva tollerato la morte dolorosa della sua
compagna Mara. C’era in lui una lucida disperazione. E resta nei
suoi amici e nei suoi compagni il rimpianto di non avere forse
compreso fino in fondo e di non essere riusciti ad aiutarlo a
restituire un senso alla sua esistenza.
Ecco, non vorrei che
l’emozione per le circostanze della sua morte finisca per
cancellare la memoria della sua vita, il suo impegno politico e
intellettuale, la testimonianza che egli ci ha lasciato delle sue
ricerche, delle sue battaglie, dei suoi scritti.
Anche noi, insieme ai
suoi compagni, siamo pronti a ricordarlo, a raccogliere le sue opere,
a discuterle e a tramandarne il senso ai giovani che vogliono
impegnarsi nella politica di oggi.
Postilla
Il
testo fu pubblicato dal “manifesto” del 1° dicembre 2011 con il
titolo Le sue
battaglie, un messaggio ai giovani,
in una pagina che ricorda con varie testimonianze la figura di Lucio
Magri. (S.L.L.)
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