Cesare Pesaresi non amava le mode americaneggianti e le connesse megalomanie che già a metà degli anni 80 percorrevano il partito comunista e i suoi quadri giovani e vecchi. Al congresso dell’86, quello di Natta e delle dieci grandi contraddizioni, gestiva a Perugia la segreteria del congresso di federazione, quella cui ci si presentava e da cui, compilata l’apposita scheda, si riceveva la delega o l’invito.
Arrivò Lodovico Maschiella, che da funzionario aveva fatto tutta la trafila, cui era seguita una bella carriera. Tuderte ed ex seminarista aveva lavorato per il partito a Foligno, Perugia, Bastia. Lì era popolarissimo. Aveva tenuto vivo il partito negli anni pesanti di Giontella, l’ex gerarca ch’era rimasto padrone del tabacchificio e del paese. Un clima pesante: poche tessere e pochissimi soldi. Però i compagni si entusiasmavano ai suoi comizi, a sentirlo apostrofare democristiani, capitalisti e proprietari: “Delinquenti, malfattori, ladri, rapinatori, grassatori, topastri…”. Poi aveva fatto il deputato (due legislature brevi), aveva guidato l’Ente di Sviluppo agricolo dell’Umbria e adesso, grazie ad Amendola di cui era un pupillo per il suo senso pratico, stava all’Enel, nel Consiglio di Amministrazione.
Arrivò, appunto, Maschiella e compilò la scheda. Poi si confuse tra la piccola folla, in attesa di ricevere le credenziali di delegato della Sezione di Bastia. L’alto e grande Cesare a un certo punto si mise a chiamare: “Manager!”. Nessuno rispondeva e lui a gridare più forte e più trascinato: “Managèer! Managéeeeeer!”. Maschiella si era fatto piccolo piccolo ed era un po’ arrossito (era un tempo in cui alcuni uomini politici ancora arrossivano), ma facendo finta di niente si avvicinò al banco della segreteria del Congresso. Lì, dall’alto della sua altezza, Pesaresi lo apostrofò: “Ecco la delega, manager!”.
Evidentemente l’antico compagno, piuttosto che "funzionario di partito", alla richiesta “professione” contenuta nella scheda aveva risposto in quel modo, come membro del CdA dell'Enel. Ma la cosa a Pesaresi non era affatto piaciuta. Sempre più rosso e sempre più piccolo Lodovico prese la delega, si avviò ed entrò nella sala dei Notari con la coda tra le gambe.
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