Mi dicono che nel “natìo borgo selvaggio” impazzi la campagna elettorale e che il più attivo sia una specie di Cetto La Qualunque, candidato sindaco, il quale, partecipe in passato del continuo rimescolamento di collocazioni nel centrodestra isolano, è ora schierato con l’Udc di Casini e sostenuto da una coalizione di liste civiche. Ad appoggiarlo (udiccino anche lui, mi pare) dicono che ci sia anche l’ex sindaco, quello sfiduciato da una parte consistente della sua maggioranza che ha determinato con quell’atto il commissariamento e le elezioni anticipate.
Costui mi è sempre sembrato, dai comportamenti e dai ragionamenti, un giovane appassionato di politica e un democristiano perbene d’altri tempi, di quelli che non rubavano neanche un centesimo ma lasciavano fare. Anche i suoi passaggi da un partito all’altro, abbastanza frequenti, mi pareva che li vivesse al modo delle trasmigrazioni da una corrente all’altra nella “balena bianca”: cose normali e innocenti, sia che fossero decise dal capocordata sia che fossero praticate in proprio. Pensavo (e tutto sommato continuo a pensare) che sia stato sfiduciato perché incapace di soddisfare tutti gli appetiti presenti nella sua maggioranza senza ricorrere a porcherie e che le accuse di inefficienza e incompetenza fossero alquanto strumentali, almeno quando gliele rivolgevano i suoi (l’opposizione Pd faceva il suo mestiere).
Faccio pertanto molta fatica a credere che appoggi La Qualunque. Quando l'attuale aspirante sindaco si presentò per il consiglio provinciale nella lista dell’Udc, in quel partito comandava Cuffaro; il bravo giovane commentò: “Se non fanno un certo odore, non li candidano”. Se adesso sostiene Cetto, vuol dire che costui si è abbondantemente profumato.
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