6.4.12

Prolegomeni a ogni futura erotica (di Claudio Caramore)

L'uomo mette le mani avanti, prende l'iniziativa. Questo è il suo compito. La donna aspetta, e dopo la prima mossa dell'uomo lascia intuire il suo essere ben disposta. Questo è il suo modo di mettere le mani avanti. Dopo di che, tutto dipende dall'abilità dell'uomo. C'è poi chi mette subito le mani addosso, impedendo alla donna di salvare la coscienza (geniale artifìcio, quest'ultimo, formalmente analogo alla prassi astronomica del «salvare i fenomeni»), oppure chi non le mette neppure avanti, ma le lascia penzolare lungo i fianchi.
La donna suggerisce, l'uomo raccoglie il suggerimento. Se non riesce a farlo, la donna non lo aiuta di certo, a meno che le circostanze della vita - saldo dominio dell'instabilità perenne - non l'abbiano indotta a tralasciare l'abituale riservatezza. La donna si concede sempre con un sorriso e poco dopo, con un rapido gesto di stizza, si ritrae nell'oscurità da cui è venuta frusciando. La donna è inconoscibile. Talvolta, però, senza preavviso, il suo sguardo apre nell'Io una vasta breccia, e di nuovo l'esperienza d'amore accade.

In “Pace e guerra” Settimanale, N.32, 7 luglio 1983

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