Ciò che ci colpisce sin dal primo momento nelle serie Colombo è il metodo usato dagli assassini. I delitti non sono solo premeditati, ma sono anche "altamente" sofisticati. Gli assassini usano tutta una serie di strani mezzi e trucchi, cioè uccidono con tecnica. E c'è un evidente contrasto tra l'abilità tecnica degli assassini e la, troppo sottolineata, imperizia di Colombo. Questo aspetto marca doppiamente la fondamentale distribuzione dei ruoli in questo programma televisivo. L'oggetto materializzato è una «macchina pensante», che impiega la tecnologia per i suoi intenti. Chiaramente la tecnologia è una metafora che qui significa «contemporaneità». La nostra è un'era tecnologica, l'assassino di questa era è la «macchina pensante». Il soggetto che smaschera l'assassino è invece inesperto, non fa parte dell'era tecnologica.
Il mondo nel quale entra Colombo dall'esterno, e nel quale entriamo noi con lui, è costellato da segni e messaggi facilmente individuati: i segni della ricchezza. La telecamera guida i nostri occhi in modo che neanche un solo oggetto simbolo di questa ricchezza passi inosservato: case enormi, piscine riscaldate, mobili lussuosi (generalmente di dubbio gusto), palestre costruite all'interno delle case stesse, parchi immensi, bagni grandi come piste da ballo.
A volte ci sono oggetti ancora più personali: indumenti eleganti, oggetti misteriosi che evidenziano l'eccentricità e lo status di un intellettuale alla moda o di un uomo di potere. I crimini convivono con i segni della ricchezza. Così la cinepresa ci porta ad una associazione di idee: la ricchezza è crimine, i ricchi sono criminali, la ricchezza genera il crimine. A volte ci porta a fare un'altra associazione: chi svolge professioni altamente intellettuali è ricco e costui e la sua professione sono direttamente collegati al crimine. Anche il livello del quoziente intellettivo ha delle affinità col delitto. Tutte queste associazioni creano un'atmosfera emotiva che è composta dai seguenti elementi: stupore (come sono cretini i ricchi), attrazione (come è bello essere ricchi e intelligenti!), risentimento (come se la cavano bene questi bastardi), vendetta (bisogna dar loro una lezione, sono così vergognosamente ricchi) e soprattutto invidia.
La vera associazione di idee imposta allo spettatore della serie televisiva fin dall'inizio (delitto equivale a ricchezza) offre uno sfogo alle frustrazioni degli spettatori che tirano fuori la loro invidia invocando giustizia seppure in una forma immaginaria. Inoltre è proprio Colombo, il Grande Smascheratore, l'angelo della giustizia a mettere in evidenza l'associazione di idee operata su di noi da mille segni e messaggi. Egli si mette dalla parte dell'invidia dello spettatore facendo osservazioni impertinenti, raffrontando il suo stipendio con il «loro» benessere, paragonando ciò che lui si può permettere con quello che «loro» si possono permettere.
Anche la «presentazione» di Colombo è perfettamente conseguente al ruolo che egli deve recitare. Il nome sottolinea una trascendente associazione: la colomba (del signore) entra nel nido del falchi (il diavolo). Colombo è brutto, impacciato, povero, mal vestito, tanto quanto «loro» sono snelli, eleganti, sportivi, belli, ben tenuti e bene educati. E così il suo impermeabile logoro e stinto, si sa, ha assunto una dimensione simbolica tale da diventare uno degli elementi base del personaggio.
Da Gli eroi del nostro tempo, Laterza, 1986
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