Annunciazione (Le parole dell’Angelo)
Tu non sei piú vicina a Dio
di noi; siamo lontani
tutti. Ma tu hai stupende
benedette le mani.
Nascono chiare a te dal
manto,
luminoso contorno:
Io sono la rugiada, il
giorno,
ma tu, tu sei la pianta.
Sono stanco ora, la
strada è lunga,
perdonami, ho scordato
quello che il Grande alto
sul sole
e sul trono gemmato,
manda a te, meditante
(mi ha vinto la
vertigine).
Vedi: io sono l’origine,
ma tu, tu sei la pianta.
Ho steso ora le ali, sono
nella casa modesta
immenso; quasi manca lo
spazio
alla mia grande veste.
Pur non mai fosti tanto
sola,
vedi: appena mi senti;
nel bosco io sono un mite
vento,
ma tu, tu sei la pianta.
Gli angeli tutti sono
presi
da un nuovo turbamento:
certo non fu mai cosí
intenso
e vago il desiderio.
Forse qualcosa ora
s’annunzia
che in sogno tu
comprendi.
Salute a te, l’anima
vede:
ora sei pronta e attendi.
Tu sei la grande, eccelsa
porta,
verranno a aprirti
presto.
Tu che il mio canto
intendi sola:
in te si perde la mia
parola
come nella foresta.
Sono venuto a compiere
la visione santa.
Dio mi guarda, mi
abbacina…
Ma tu, tu sei la pianta.
dal Libro delle
immagini, traduzione di Giaime Pintor in Poesie, a cura di Franco Fortini, Einaudi 1955
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