Martin Van Eyes, Ritratto di Pietro Metastasio |
È noto l’entusiasmo di
Rousseau e l’ammirazione di Voltaire per questo poeta. In Italia i
critici, dopo un breve armeggiare, gli s’inchinarono, tratti
dall’onda popolare. Certi luoghi, che fanno sorridere il critico,
movono oggi ancora il popolo, gli tirano applausi. Nessun poeta è
stato così popolare, come il Metastasio, nessuno è penetrato così
intimamente nello spirito delle moltitudini. Ci è dunque ne’ suoi
drammi un valore assoluto, superiore alle occasioni, resistente alla
stessa critica dissolvente del secolo decimonono.
Gli è che quella sua
oscura coscienza, quel distacco tra quello che vuol fare e quello che
fa, quella poesia che non è ancora musica e non è più poesia, è
non capriccio, pregiudizio o pedanteria individuale, ma la forma
stessa del suo genio e del suo tempo. Perciò non è costruzione
artificiosa, come la tragedia del Gravina o il poema del Trissino, ma
è composizione piena di vita, che nella sua spontaneità produce
risultati superiori alle intenzioni del compositore. [...]
Se vogliamo gustarlo,
facciamo come il popolo. Non domandiamo cosa ha voluto fare, ma cosa
ha fatto, e abbandoniamoci alla schiettezza delle nostre impressioni.
Anche il critico, se vuol ben giudicare, dee abbandonarsi alla sua
spontaneità, come l’artista.
da Storia della letteratura italiana, vol.II, Einaudi, 1958
Nessun commento:
Posta un commento