Quando
dài l'acqua al vaso di gerani
è
la sera, la gente sta alla porta
e
aspetta il fresco, fischiano lontani
i
treni alla campagna, e nella corte
sento
l'acqua che sgocciola.
So
che hai solo il grembiule nero addosso
e
dove sei vorrei piano salire
e
toccarti, lo sai, baciarti addosso,
ma
senza dirti nulla. E poi guardare
con
te i tetti e la notte.
Dopo
la mezzanotte il fresco viene
dai
campi e per le vie si leva il vento
e
se ne vanno via tutte le pene
e
tutto sembra nuovo per incanto
e
noi vaghi e leggeri.
Quando
dài l'acqua al vaso di gerani
penso
come sei nuda, fina e liscia
e
non vorrei venisse mai domani.
Ma
tu ti scalzi e vai sola a dormire.
E
io rimango, che il sonno mi lascia.
Da
Quartieri in Versi primi e distanti (1937 - 1957),
All'insegna del pesce d'oro, 1987
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