Forse non a tutti è chiaro. Grillo non è la malattia, ma la sua complicanza e il suo aggravamento. Lui e i suoi rappresentano l'odio che sale contro tutto il pessimo ceto politico secondo-repubblicano che s'ingrassava mentre mandava il paese in malora.
Se Bersani vuole mettere i grillini in difficoltà non cominci dal lavoro e dall'Europa, ché a tanti, purtroppo, pare chiacchiera, cominci dai cosiddetti rimborsi elettorali ai partiti e dalle indennità parlamentari.
E non si limiti a fare come il furbo deputato e senatore grillino che taglia l'indennità e lascia intatto tutto il resto, cioè la diaria e i finti "rimborsi" che costituiscono il grosso dei guadagni. Ai parlamentari rimborsi solo quel che davvero è da rimborsare e tolga tutto il resto. Abolisca le province in tutta Italia come Crocetta in Sicilia. Ponga un tetto ai guadagni dei cosiddetti manager.
Faccia tornare pubblico il pubblico, senza quelle società autonome e/o partecipate che sono vere e proprie mangiatoie.
Aggredisca tutte le sacche di privilegio, dalle rendite esentasse alle corporazioni iperprotette, come notai e farmacisti. Colpisca i privilegi, non solo economici, dei magistrati, ma esalti l’autonomia della magistratura, e potenzi la sua capacità di snidare e condannare la mafia e la corruzione con le loro connivenze politiche, economiche e amministrative, anche al più alto livello .
Solo così risulterà credibile anche quel che dirà sul sostegno alle imprese, il lavoro, la scuola, la sicurezza sociale, le carceri e l'Europa.
Poi faccia un governo di gente capace, non compromessa e nuova. Non di tecnici alla Monti, Fornero eccetera, grandi percettori di pubbliche consulente e creatori di esodati. Cerchi competenze e coraggio nella società, ma anche tra i politici, ché qualcuno buono si trova, evitando quelli sputtanati, anche quelli immeritatamente sputtanati. Credo che la Bindi sia stata un buon ministro della sanità, per esempio, ma non la può riconfermare: del giro dei vecchi è già tanto che sopportino lui.
Dopo la "svolta" potrà essere stimato e persino amato da moltissimi, se - in questi giorni - invece di lavorare di "giustezza", esagererà, se annuncerà una vera pulizia e aprirà la via a una nuova politica.
Non si faccia sgambettare dai D’Alema, Veltroni e Renzi; e non ascolti i buoni consigli del Quirinale. Se tira fuori un governo credibile e un programma radicale, il tronfio del colle più alto non potrà dirgli: "Non ti mando in Parlamento, senza maggioranza precostituita". E voglio vedere se in Senato i "grillini" non lo voterebbero, se sentissero l'odore della sconfitta in inevitabili imminenti elezioni. Quasi certamente si contenterebbero di tenere il governo sotto tiro e lo aspetterebbero al passetto, dopo aver dato la fiducia.
Sarebbe una bella sfida. Forse una bella politica. Con Berlusconi e Berluschini ormai totalmente fuori gioco.
P.S.
Mi aspetto un'infinità di critiche da amici e compagni realisti che dicono "Bersani è come gli altri", "servo del capitalismo e dell'imperialismo", e aggiungono "non è in grado di fare nulla del genere per i troppi condizionamenti tra i suoi e nel suo stesso passato".
Sarà, ma lasciatemi sognare: non la rivoluzione o il socialismo che non sono alla portata, ma il ritorno alla speranza e alla politica, con tutti i conflitti e le durezze che comporta, specie in questi tempi di crisi.
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