20.3.13

Carambana (Gian Luigi Beccaria)

Dalla rubrica “Parole in corso” su “Tuttolibri” questa dotta e nostalgica paginetta toponomastica e lagunare. (S.L.L.)
Venezia, Sottoportego dei Bisati (foto Nick Moore)
Nei nomi delle strade splendori e turpitudini di una città singolare 
Una carampana, la vecchia cascante, è parola che ha origine a Venezia, da una calle «Ca’ Rampani», il nome dei proprietari: una calle fuorimano, lontana dalle chiese, dove si radunavano le prostitute. Ho ricordato questa storia perché quest’estate mi è capitata tra le mani la riedizione (l’8ª, Filippi Editore, 2009) delle fortunatissime Curiosità veneziane, ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia di Giuseppe Tassini, pubblicate la prima volta nel 1863: un’opera di un’esploratore di carte d'archivio e di cronache, che offre l'opportunità di raccontare leggende e aneddoti, richiamare attraverso la toponomastica urbana la vita reale, e anche splendori e turpitudini di una città singolare. Ma nella città dei Dogi prevale una toponomastica domestica e popolare, che stride con le tendenze odierne, celebrative e ufficiali. Anche dopo l'annessione al Regno d'Italia, dei nomi risorgimentali attecchisce il solo Garibaldi, ma il Campo Bandiera continua a esser chiamato della Bragola, e la via Vittorio Emanuele più umilmente la Strada Nova. Anche il campo Ugo Foscolo rimane quello delle Gatte, il campo Cesare Battisti quello della Bella Vienna.
Dicevo del tono spontaneo dei nomi: incontriamo denominazioni generiche (Ponte storto, Calle nova, Calle larga, Calle de mezzo, Calle scura, Calle sporca, Corte nova) e soprattutto quelle che indicano botteghe e professioni: Calle dell’Erbarol, Salizzada del Formagièr, Ramo dei Callegheri, dei calzolai, Calle del Scaletèr, il ciambellaio, Sottoportico dei Bisati (vi si compravano le anguille), Calle del Giazzo, dove si vendeva il ghiaccio, Calle dei Botteri, cioè dei bottai, Campiello dei Squelini, i fabbricatori di scodelle, Calle delle Balanze, dove si fabbricavano bilance o stadere, Calle del Marangon, del falegname, Rio dei Scoacamini, Fondamenta dei Ormesini, i venditori di drappi di seta, Calle delle Rasse, dove si vendeva la rascia, il panno col quale si coprivano le gondole, Calle della pegola, abitata dai pegoloti, che calafatavano le navi, Calle dei remurchianti, i barcaioli che rimorchiavano le navi, Calle delle pazienze, vicino all'ospizio delle terziarie francescane che lavoravano le pazienze, piccole clamidi che si portavano per devozione sotto le vesti, il Rio terrà dei pensieri, adatto forse alle meditazioni e al passeggio dei solitari.
Alcune innovazioni della toponomastica (molte erano giunte nel 1889) sostituiscono nomi poco graditi come Calle sporca, Calle delle scoazze, e il Rio terrà degli Assassini, posto pericoloso dove sin dal 1128 si era proibito l'uso delle «barbe postice alla greca» che solitamente erano portate di notte dai malfattori per non essere riconosciuti.

“Tuttolibri – La Stampa”, 4 settembre 2010

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