La “Merenda sinoira” è un’antica tradizione piemontese. I nostri anziani amavano ritrovarsi a metà pomeriggio in qualche piccola trattoria per mangiare, per lo più, piatti freddi tra amici e bere qualche bicchiere di vino. A sera, normalmente, non cenavano più perché l’abbondante spuntino li aveva già saziati. Ed in fondo anche questo era un modo per risparmiare, in tempo di ristrettezze.
Per questo quando ho appreso che un ristorante di Rivoli aveva organizzato per tutte le domeniche di dicembre una “merenda sinoira” con prenotazione obbligatoria, mi sono affrettato a telefonare pensando di offrirla ai miei genitori sessantenni. Il menù annunciava salami e gorgonzola a volontà più un fritto misto ricco di 36 ingredienti. Con la garanzia che tutto sarebbe stato facilmente digeribile. Ma a stroncare la mia idea di fare questo regalo è stato il prezzo che ho scoperto telefonando: 120 euro a persona. Una merenda da nababbi, tutto sommato. Ma quello che mi ha lasciato allibito è che i posti disponibili, per tutto dicembre, erano già esauriti da giorni.
“La Stampa”, ed. Torino - Nord-Ovest, 23/12/2011
nella rubrica di lettere Specchio dei tempi
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