15.3.13

Odissee giudiziarie. Il caso dell'aragosta ischitana (S.L.L.)

Sollecitato dall’articolo di un lettore casertano (l’avvocato Ciro Centore) che, apparso il 20 aprile 2012 su “La Stampa”, ne dava sommariamente notizia, ho cercato nella rete più precise informazioni sul caso giudiziario di un astice e di un’aragosta maltrattati nel napoletano.
Qualcosa ho concluso. Ho scoperto che la vicenda risale all’agosto 2010, quando tal Enrico Rizzi, coordinatore del PAE (Partito Animalista Europeo), in visita ad Ischia, scopre nella vetrinetta di esposizione di un ristorante di pesce, un astice e una aragosta, vivi, poggiati sul ghiaccio, con chele e zampine bloccate dallo scotch perché non si muovano troppo. L’animalista corre dai carabinieri, che con solerzia  intervengono e denunciano il ristoratore.
Passano 18 mesi e nell’aprile del 2012 il giudice istruttore, concluse le indagini, propone l’archiviazione del caso. Ma il GIP non accoglie la richiesta, forse sulla scorta di taluni studi che documentano la sofferenza dei crostacei a contatto del ghiaccio, anche in pieno agosto. Il ristoratore viene rinviato a giudizio. Udienza fissata per il 5 ottobre.
Quella mattina, innanzi al Tribunale di Napoli, si presentano, oltre alla difesa del ristoratore, anche Stefano Fuccelli, Presidente del PAE e l’avvocato del movimento politico, Edward Quimi. Il Giudice, mentre accetta la costituzione di Parte Civile da parte del PAE che rivendica 10.000 euro di danni, non accoglie la richiesta di rito abbreviato avanzata dalla difesa. Il processo, comunque, viene rinviato al 20 febbraio 2013.
In rete, dopo quella data, non trovo notizie. Temo che il processo al presunto torturatore si sia arenato, magari per un "legittimo impedimento". Non certamente dell’aragosta, che nel frattempo, risulta essere stata bollita o arrostita senza proteste. Qualcuno la ipotizza servita alla catalana.
Cercherò in ogni caso più precisi riscontri: il caso dell’aragosta ischitana diventa sempre più un’odissea giudiziaria.

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