Raniero Panzieri |
Qualche giorno dopo
l'uccisione di Salvatore Carnevale, il 24 maggio del 1955, una grande
manifestazione, con la partecipazione di Sandro Pertini si svolse a
Sciara, il paese del sindacalista assassinato dalla mafia. Il
discorso commemorativo ufficiale venne affidato a Raniero Panzieri,
all'epoca segretario regionale del PSI per la Sicilia. Riporto qui il
resoconto che ne fece per l'“Avanti!” Nicola Badalucco. (S.L.L.)
Salvatore Carnevale |
Il sole era già
tramontato, quando nel silenzio generale, uno ad uno gli oratori
salirono sulla gradinata del piccolo municipio per parlare di
Carnevale, della sua vita, della sua morte, e degli impegni che
dobbiamo prendere. Dopo il breve saluto a nome della Cgil del
segretario regionale Pio La Torre, il compagno Raniero Panzieri ha
pronunciato il suo discorso commemorativo.
«A trentadue anni, nella
forza piena della sua limpida vita di uomo libero e di combattente
della libertà - ha cominciato Panzieri - Salvatore Carnevale
incarnava la speranza e la volontà del mondo rinnovato contro la
desolazione e la barbarie del feudo. Egli era nato a recare ferma
testimonianza di ideali di emancipazione e di umana solidarietà.
Egli era nato a testimoniare con la sua lotta e la sua vita
l’irresistibile risveglio delle forze contadine, protese ad
affermare la loro presenza, i loro diritti, i diritti dell’umanità
e della storia in questo paese, in questa terra, alle potenze
squallide e disumane del latifondo, al baronaggio, alla mafia, alla
delinquenza.
Contro il codice
vergognoso della servitù e della sopraffazione ha lottato Salvatore
Carnevale. Per spezzare le catene della miseria materiale e
spirituale del popolo contadino e lavoratore ha lottato Salvatore
Carnevale».
Una grande folla commossa
seguirà il discorso del compagno Panzieri, mentre in fondo alla
piazza si facevano notare le ombre di campieri e soprastanti, che
ascoltavano le accuse rivolte contro la loro viltà.
Il compagno Panzieri ha
continuato il suo discorso rivolgendosi ai cittadini di Sciara: «Egli
ha lottato perché anche a Sciara, questo paese che nel contrasto
della sua miseria e del suo decadimento con la potenza cupa del
castello principesco che lo domina e lo soffoca, è simbolo tragico
della sopravvivenza medievale, perché anche a Sciara, i suoi
contadini, i suoi operai, i suoi artigiani, le sue donne, i suoi
bambini, il popolo tutto uscisse dalla buia immobilità della sua
esistenza senza domani».
Panzieri ha continuato
intrattenendosi sul significato delle lotte di Salvatore,
dell’impegno e del coraggio col quale affrontava i potenti e i
prepotenti, la mafia, i delinquenti del feudo, per l’affermazione
della libertà e del progresso contadino.
A questo punto l’oratore,
seguito con vivissima attenzione da tutti i presenti, ha tracciato un
ampio quadro delle grandi lotte contadine che impegnarono la gente di
Sicilia sin dal primo Risorgimento italiano «allorquando esso, che
era molto popolare e contadino, che era richiesta di indipendenza, di
libertà, di giustizia, fu tradito dalle potenze che se ne
impadronirono per soffocarne la profonda sostanza democratica, per
perpetuare i propri privilegi». Dal tragico episodio di Bronte alle
lotte successive, nelle quali i contadini siciliani che avevano
salutato in Garibaldi l’alfiere della libertà furono repressi dai
generali del re sabaudo, è tutta una lunga catena di sofferenze. Il
tradimento del Risorgimento, la vergognosa alleanza dell’industria
settentrionale con il latifondo del Sud, i tradimenti della classe
dominante che rinunziava ai suoi feroci privilegi, le lotte per il
riscatto, le repressioni sanguinose, gli omicidi... Panzieri ricordò
alla folla attenta questi avvenimenti lontani e recenti.
«Salvatore Carnevale -
ha continuato l’oratore - che guidava il popolo a rompere queste
catene, che guidava i contadini sul feudo incolto del principe
siciliano, che guida gli operai alla lotta per il rispetto dei loro
diritti nella cava di pietra, dell’industriale del Nord calato giù
a cogliere anch’egli una parte dei frutti strappati con le più
vili sopraffazioni ai lavoratori di Sciara, Salvatore Carnevale
vindice deidiritti e della dignità del suo popolo ha recato con le
sue forti e giovani mani la stessa bandiera che fu innalzata decine
di anni fa dai contadini, dagli zolfatari, dagli intellettuali liberi
della Sicilia, la bandiera della libertà contadina, operaia,
siciliana».
Dopo aver ricordato le
epiche lotte dei siciliani e delle loro donne nelle Madonie e
nell’Agrigentino, nel Trapanese e in tutta la Sicilia, che
risvegliarono il paese alla libertà e alla storia, Panzieri si
soffermò sulla tradizione socialista di queste lotte, sulle giornate
gloriose dei fasci siciliani, dei massacri, delle conquiste,
sull’affermazione - ancora nel 1896 - della prima volontà
autonomistica.
L’oratore ha quindi
rievocato gli episodi del secondo Risorgimento, il sacrificio dei
nostri sindacalisti, la strage di Portella, e quindi il risveglio di
Sciara sotto la guida intelligente e coraggiosa di Salvatore
Carnevale, «militante cosciente della democrazia», che «riconosceva
il significato profondo dell’autonomia siciliana, questa conquista
storica nella quale si riassumono i lunghi decenni della lotta
contadina e popolare dell’Italia».
Fra la commozione degli
ascoltatori, Panzieri ha quindi parlato di Carnevale organizzatore e
combattente, del significato delle sue lotte e della sua morte, degli
ideali per i quali è morto. «Nel ricordo e nel nome di Salvatore
Carnevale noi leviamo fermissima accusa contro Restivo e i suoi
collaboratori e amici, contro le forze politiche che hanno tollerato
o addirittura colluso con la mafia e con i malandrini». Concludendo
il suo discorso, Panzieri, dopo aver affermato che gli assassini
pagheranno secondo giustizia, ha detto: «Qui, compagno Carnevale,
nel tuo paese, nel luogo del tuo lavoro e del tuo sacrificio, il tuo
partito assume l’impegno di aiutare con tutte le sue forze i tuoi
compagni, il tuo popolo; di lottare secondo l’insegnamento della
tua vita e della tua morte; di spazzare via le forze del feudo, della
sopraffazione, della barbarie, per far sorgere presto la giornata
luminosa del riscatto contadino, della libertà siciliana».
Nicola Badalucco, La
cronaca della grande e solenne manifestazione a Sciara. «Carnevale
incarnava il mondo rinnovato contro la barbarie del feudo siciliano»,
in «Avanti!», Roma, 25 maggio 1955
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