Facciamo
a capirci.
In
Inghilterra il voto antieuropa non ha alcuna connotazione razzistica
o religiosa. Hanno votato in prevalenza per l'uscita bianchi, neri,
gialli e rossi, cristiani, induisti ed islamici.
Il
voto ha invece una connotazione xenofoba e nazionalista (dei
cittadini inglesi intendo di tutte le origini, razze e religioni),
diretta principalmente contro l'immigrato cittadino dell'Unione, che
in quanto tale gode degli stessi diritti sociali dei nativi.
L'ostilità
del popolo minuto verso le oligarchie burocratiche e finanziarie
dominanti nell'Unione esiste, ma è cosa secondaria. La spinta
principale all'uscita è la paura, il pericolo per le tutele sociali
che - nonostante la Thatcher e Blair - sono ancora vive in GB, ma
sono sentite in pericolo.
La
paura è che, con tutti questi polacchi, italiani, greci, spagnoli
che lavorano qui, non ci siano più risorse per un sistema sanitario
efficiente, per le pensioni, per i sussidi, per la scuola statale,
ecc. L'uscita è risposta egoistica e sbagliata a un problema vero,
aggravato dal fatto che la pressione degli immigrati magari non ha
tolto lavoro agli inglesi, ma di sicuro ha creato tanta concorrenza
nell'offerta di lavoro, da abbassare e non di poco le condizioni
economiche e normative.
La
risposta positiva e di sinistra è generalizzare al massimo livello
le protezioni sociali per tutti gli europei prendendo le risorse
dalle aree ancora amplissime di rendita parassitaria (oggi più
finanziaria che fondiaria), ma una sinistra europea non esiste.
Pochissimi hanno fatto battaglie sociali europee. "Podemos",
provvisoriamente perdente, ragiona in quest'ottica: speriamo che
escano da una strategia puramente elettorale e cerchino il
radicamento e speriamo che l'esempio si diffonda.
L'idea
di cancellare il voto popolare inglese con la motivazione "è il
parlamento che decide", di cui ho avuto notizia qualche minuto
fa, mi pare una follia. Se questa strada verrà percorsa prevedo
disastri.
stato di fb 29-6-2016
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