Quando mio nonno
Salvatore - negli anni Cinquanta del 900 - considerò raggiunti i limiti di età e mise fine alla sua attività di
commerciante in granaglie e mandorle in società col fratello
Calogero (lu zi Caliddru), non seppe tuttavia starsene
con le mani in mano a fare il possidente e s'inventò un lavoro di
assicuratore con cui arrotondava e più che altro ammazzava il tempo.
Non era ancora arrivata l'era della RPA
obbligatoria, essendo pochi i veicoli in circolazione, e i contratti
che il nonno stipulava nella sua qualità di agente dell'INA e delle
Assicurazioni d'Italia riguardavano soprattutto polizze vita,
malattia o invalidità o i rischi connessi alla produzione agricola.
Aveva il suo ufficio lungo la via Umberto di Campobello di Licata, all'altezza di piazza
Costanzo Ciano (oggi Aldo Moro), dov'era la vasca, esattamente sotto
il balconcino di un signore molto chiacchierato, che per le grandi
dimensioni del capo era soprannominato Crozza. Non credo avesse un
gran da fare e durante l'orario di apertura dell'ufficio trovava il modo
di leggere il giornale (“La Sicilia” di Catania) senza perdersi
un articolo e di fare conversazione con alcuni anziani signori che
venivano a trovarlo.
Immagino che non stipulasse molti contratti, ma un suo giro doveva averlo,
tant'è che l'INA gli affidava una ventina delle sue belle agende per la
massaia-padrona di casa, dedicate prevalentemente a donne del ceto
medio-basso, quelle che – pur potendosi permettere una cameriera ad
ore, in genere sottopagata – curavano da sé la preparazione dei
cibi e avevano cura dell'economia familiare, perché “l'economia fa la casa”.
Quell'agenda, intitolata Oggi e Domani, in ciascuna delle
pagine dedicata a un giorno dell'anno, conteneva – oltre allo
spazio per la registrazione delle spese e di altri appunti - la ricetta
di una preparazione culinaria e/o qualche consiglio di economia
domestica.
Il nonno ne portava una alla nonna Pietrina che – con
sistematica attenzione – provvedeva alle quotidiane registrazioni e
ne regalava una alle nuore e alle nipoti, le quali – per quel che
mi ricordo – le utilizzavano occasionalmente e solo per la parte
gastronomica: qualche ricetta nuova per spezzare la routine della
solita minestra. A casa mia, peraltro, quelle ricette appassionavano
me più della mia mamma: già allora mi piaceva immaginare pietanze
che – forse – non avrei mai potuto assaggiare.
A fine anno, pertanto, ritagliavo e incollavo su quaderni che fungevano da album una parte di quelle ricette che avevano stimolato la mia fantasia degustativa. Si trattava in genere di preparazioni legate alle tradizioni regionali d'Italia, ma
talvolta i compilatori e le compilatrici si permettevano un tocco di
esotico, seppure realizzato con ingredienti che dovevano essere reperibili. L'esotismo era perciò più immaginario che
reale, come dimostra la ricetta che qui scannerizzo e trascrivo, questa "insalata alla cinese".
Per quel che s'intende, quando la Cina era lontana e pressoché sconosciuta, bastava usare il riso in una modalità
diversa dalle tradizionali (risotti o minestre sia asciutte che in brodo), per
definire una preparazione “alla cinese”.
Oggi la
Cina è vicinissima con i suoi prodotti e i suoi emigrati e l'insalata di riso è entrata nel novero delle pietanze di tutti i
giorni; nessuno perciò chiamerebbe Insalata alla cinese quella di cui riporto la ricetta e che non è male nella
sua semplicità. (S.L.L.)
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INSALATA
ALLA CINESE
(per
4) - gr. 350 di riso vialone a grana lunga - gr. 150 di tonno
sott’olio - gr. 50 di peperoni sott’olio - gr. 70 di olive nere
-un pizzico di peperoncino rosso secco - 4 cucchiai di olio - un
limone - 3 uova - sale e poco pepe.
Lessate
il riso in acqua bollente salata. Cotto al dente scolatelo e
passatelo immediatamente sotto il rubinetto dell'acqua fredda, nello
stesso scolabrodo, facendo in modo che non vi rimanga neppure una
goccia di acqua. Ponetelo in una coppa rotonda colorata Pyrex,
unitevi il tonno sbriciolato, i peperoni tagliati a strisce sottili,
le olive spezzettate, rimestate, aggiungete l'olio, il sugo del
limone, insaporite con il pepe e se lo sopportate il peperoncino
rosso. Pareggiate la superficie. A parte rassodate le uova, e con lo
speciale utensile tagliatele a rondelle, che disporrete sul riso, a
guarnizione. Mettete in frigorifero per tre quarti d’ora, prima di
servire.
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