Gina Lollobrigida nel film "Le Bambole" |
Dal nostro inviato
VITERBO, 18 luglio 1966
Quattro attori, Gina
Lollobrigida, Virna Lisi, Jean Sorel, Nino Manfredi; due registi,
Dino Risi e Mauro Bolognini: un produttore Echt Lucari. Sono il più
fotogenico cast di imputati che un processo abbia mai visto. Saranno
tutti (o almeno dovrebbero essere, ma la presenza non è stata
assicurata da nessuno) nell'aula del Tribunale di Viterbo, da domani
mattina, per rispondere di pubblicazione oscena. 1 primi quattro come
interpreti del film Le bambole, due come registi dello stesso
film, l'ultimo come finanziatore.
Il processo è davvero
inedito: è la prima volta, infatti, che degli attori vengono
chiamati a rispondere penalmente per le scene girate. Per questo
motivo vi è una grande attesa. La sentenza non riguarderà solo la
Lollo e i tre colleghi imputati, ma in fondo tutti gli attori, perché
qualunque interprete potrebbe fare la fine dei protagonisti delle
Bambole, nel caso che la responsabilità penale di questi
ultimi fosse affermata dal Tribunale.
È stata la procura della
Repubblica di Viterbo a volere che il processo alle « Bambole » si
svolgesse in questa città. La pellicola cominciò ad essere
proiettata su tutti gli schermi italiani e nessuno ebbe nulla da
ridire. Qualche scena venne giudicata un po’ audace, qualche altra
forse di cattivo gusto. Ma nessun pubblico ministero pensò di aprire
un'azione penale. L'iniziativa fu invece presa dalla procura della
Repubblica viterbese. II procuratore della Repubblica del centro
laziale aprì l’azione penale, incriminando non solo i registi (il
film era a episodi) ma anche gli attori.
All'epoca
dell'istruttoria, terminata qualche mese fa, si disse addirittura che
il magistrato aveva deciso di mettere sotto processo gli attori non
solo per la pubblicazione oscena realizzata al momento della
proiezione del film nei cinematografi, ma anche per il fatto stesso
di aver girato le scene «in costumi e atteggiainenti spinti davanti
agli altri componenti della troupe», agli operatori, ai registi.
Oltre che perché vi sono
quattro attori al banco degli imputati, il processo che si inizia
domani ci sembra di notevole interesse perché rilancia un problema
di carattere generale: la responsabilità di registi, produttori,
distributori o interpreti per pellicole che hanno ottenuto il visto
preventivo della censura.
Nino Manfredi e Virna Lisi nel film "Le babole |
Siamo contro la censura,
ma questa esiste: serve a bloccare i film, ma non costituisce una
garanzia. Cioè: il film Le bambole è stato visionato e
approvato. Una speciale commissione, della quale è a capo un alto
magistrato. ha escluso che la pellicola fosse immorale. È giusto che
ora attori e registi debbano passare i guai che stanno passando
(perché non tutto si risolve in pubblicità gratuita) dopo aver
ottenuto il benestare della censura? I membri della commissione che
ha dato il visto alle Bambole non sono responsabili, ammesso
che il film sia immorale, almeno quanto gli attuali imputati? Perché
se non è cosi significa: la commissione di censura non è tenuta a
riconoscere quando un film è condannabile, mentre gli attori sì:
devono sapere — altrimenti vengono condannati — quando il film
tocca il codice penale e quando non lo tocca.
Come si vede, il processo
alle Bambole sfiora un’infinità di problemi che vanno oltre
la Lollo e Virna Lisi. Comunque comprendiamo che al lettore
interessano forse di più i personaggi. La Lollo, appunto, e gli
altri. Vorranno o non verranno al processo? Vorrebbero saperlo tutti,
ma nessuno sembra in grado di rispondere. I fotografi, tanto per non
sbagliare, stanno già arrivando in massa. Quando Gina fu interrogata
in istruttoria c'erano centinaia di «paparazzi». Virna Lisi,
invece, si presentò quasi di nascosto e riusci a evitare il fuoco
dei «flash». Ma questa volta, se verrà, come si spera, non si
salverà.
l'Unità 19 luglio 1966
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